A VOLTE RITORNANO. Stagione succosa, attraente, ricca di temi. Accattivante anche, perché non capita tutti gli anni che Sir Alex Ferguson vada in pensione. Molti gli equilibri smossi, dal regno di David Moyes a Liverpool (sponda Everton) interrotto per il trasferimento a Manchester (sponda United), all’archiviazione della controversa e solo parzialmente vincente era di Roberto Mancini in casa Citizens. Se qualcuno se ne è andato, fari e riflettori puntano tutti su chi è tornato nella terra di Suà Maestà: José Mourinho sta lavorando di nuovo per Roman Abramovič, nel Chelsea asso di coppe ora alla ricerca del trionfo in campionato, che manca dai tempi di Carlo Ancelotti. Grandi allenatori, capaci di lasciare la firma su imprese e cavalcate con altre squadre ma qualcuno le penne ce le lascerà: non possono vincere tutti. Il City punta tutto su Manuel Pellegrini, reduce dall’esperienza al Malaga e chiamato al doppio scopo di vincere col bel gioco: mai come stavolta la Premier League si gioca sul duello fra strateghi. E occhio ad Arsenal (specie se arriva Suàrez), Liverpool (specie se resta Suàrez), Tottenham ed Everton.
OCCHI PUNTATI SU… Se Mourinho attirerà molte attenzioni su di sé e le conferenze stampa di Stamford Bridge ritroveranno il brio di un tempo, stuzzica l’appetito la nuova gestione di Old Trafford, dove è finita un’epoca. Da quelle parti è un po’ come fosse caduto un piccolo muro di Berlino, anche se Ferguson resta nell’entourage Red Devils e garantisce continuità. Moyes è un tecnico pronto, preparato, diventa quindi interessantissimo il suo lavoro. Mettere i campioni in carica sul livello di una possibile rivelazione potrebbe sembrare paradossale (in parte lo è), ma dà l’idea del compito che attende il manager scozzese. Il mercato è stato conservativo: scelta che pagherà?
IL PRONOSTICO. Il cambio di manico in casa Manchester United spariglia le carte, decisamente. A piccoli passi, il nuovo manager dovrà rinnovare nella continuità, compito arduo ma possibile dato anche il valore della rosa a disposizione. Ad una rivoluzione è chiamato anche Pellegrini, che dal suo precedessore eredita una squadra che vorrà migliorarsi soprattutto in Europa. Il pronostico allora direbbe Chelsea, ma sottovoce: l’attacco (a meno non arrivi il fuoriclasse assoluto) è quello che è, le incognite restano. Al 90% queste saranno le prime tre. Dietro, la bagarre vera è quella per il quarto posto. Dove Villas Boas e Rodgers devono decidere cosa fare da grandi, dove Wenger non ha voluto o saputo spendere grandi cifre nel mercato. Nel paese delle due (sentitissime) coppe nazionali, conta anche arrivare quinti: l’Europa League non sarà il paese della cuccagna ma è sempre meglio di stare a casa tutte le settimane. Attenzione poi agli ultimi 15 giorni di mercato: dall’esito dei “casi” Suàrez, Rooney e Bale dipendono molti degli equilibri della Premier League 2013-2014. Può far bene ma procederà a fari spenti l’Everton di Martínez, chiamato al grande salto dopo le salvezze e la FA Cup vinta col Wigan, ora in Championship. Per il resto, lo Swansea ha ottimo materiale e metodi collaudati per sorprendere, mentre in coda le neopromosse rischiano grosso: Crystal Palace, Hull City e Cardiff accettino la sfida e cerchino di smentirci.