Di Javier Zanetti si è detto tutto, sono state spese milioni di parole (in primis, aggettivi) ed è stata versata una quantità di inchiostro che, onestamente, è difficile persino da immaginare. I giornalisti sportivi e i telecronisti hanno rischiato spesso di sfociare nella retorica quando si sono trovati a parlare del Capitano dell’Inter e hanno impiegato iperboli linguistiche a dir poco fuori luogo, mettendo in dubbio addirittura la natura umana del giocatore. Effettivamente, i numeri di Zanetti, che non stiamo qui a elencare, fanno rabbrividire e ci suggeriscono in anticipo che il numero 4 nerazzurro è destinato ad entrare di diritto nella ristretta cerchia delle “leggende” del calcio.
Oggi, però, c’è un numero che conta e questo è il 40. Già, il ragazzino col ciuffo, che si presentò timidamente all’Italia calcistica nell’estate del 1995, oggi spegne la quarantesima candelina sulla torta della vita. E questo è un altro record di cui Zanetti può andare fiero: molti festeggiano questo traguardo da ex calciatori, lui no. E nonostante l’infortunio subito nel finale dello scorso campionato, c’è da stare certi che Javier tornerà in campo, l’ha promesso al suo popolo, e con questo obiettivo ha ripreso ad allenarsi da due settimane. Lo farà per l’Inter, per la sua famiglia, per i suoi tifosi e per chi ama il calcio. Lui stesso, poi, ha detto che deciderà soltanto a fine stagione quale sarà il suo futuro, per ora conta solo recuperare dal primo grave infortunio, giunto alla soglia dei 40 anni, di un’incredibile carriera.
Allora quando sentiamo parlare di uomo bionico, seppur con un sorriso, ci domandiamo quale sia il suo segreto, come sia possibile fare ciò che fa Javier, con una naturalezza tale da rendere semplice ciò che non lo è.
Sono pochi i calciatori come JZ4, campioni nel calcio e nella vita, e forse per questo sono così amati. Agli auguri del mondo del calcio e della sua Inter, dunque, si uniscono doverosi quelli della nostra redazione. Perché dinanzi a certi campioni, non esistono più i colori delle maglie.
Auguri Javier, ai prossimi quaranta!