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La Libreria di MP: “Io, Ibra” di Zlatan Ibrahimović e David Lagercrantz

Zlatan Ibrahimović dalla nascita al 2011, raccontato quasi senza alcuna reticenza: la biografia realizzata con Lagercrantz permette al lettore di comprendere appieno la storia dell’asso svedese, le difficoltà affrontate per emergere e gli episodi chiave della sua carriera.

L’infanzia a Malmö non è delle più semplici. Lo stesso Ibrahimović, parlando del quartiere in cui è cresciuto, Rosengård, si esprime così: «Si può togliere il ragazzo dal ghetto ma non il ghetto dal ragazzo». Malgrado le ristrettezze economiche, il talento di Zlatan è cristallino e gli consente di approdare al Malmö.

La crisi del club, retrocesso per la prima volta nella sua storia, permette al giovane Ibrahimović di mettersi in mostra: le 13 reti in 28 partite totali svegliano l’interesse delle maggiori squadre europee, che mettono gli occhi su di lui. A crederci più degli altri è l’Ajax, che si assicura le prestazioni di Zlatan nel 2001.

L’avventura olandese rappresenta la definitiva consacrazione dell’asso svedese. Nei tre anni ad Amsterdam Ibrahimović raggiunge anche il traguardo maggiore, la maglia della nazionale, esordendo a soli diciannove anni. Nel 2004 è quindi la volta della Juventus, lasciata nel 2006 per le vicende di Calciopoli; sarà poi l’Inter a godere del suo estro per tre annate.

Nel 2009 Zlatan approda nella miglior squadra del mondo, il Barcellona fresco campione d’Europa. I primi mesi sono positivi, ma le incomprensioni con l’allenatore Guardiola crescono fino a divenire insanabili: Ibrahimović non è più titolare e decide quindi di andarsene. L’agente storico, Mino Raiola, media il trasferimento dopo un solo anno al Milan, in cui vince l’ennesimo campionato nel 2011.

Le varie fasi della carriera sono arricchite dalle vicissitudini personali di Zlatan: il rapporto con Helena e i figli Maximilian e Vincent; i contrasti con i colleghi, quali Van Der Vaart o Onyewu; le passioni e il non sempre scambio di battute con i tifosi. Il tutto raccontato con estrema franchezza.

“Io, Ibra” di Zlatan Ibrahimović e David Lagercrantz, Rizzoli