Odore di calcio inglese

È tornata la Football League, è iniziata venerdì: per molti è un sospiro di sollievo. Piace veramente, questo calcio che in realtà è footie intriso di intensità, ritmi alti, corsa a testa bassa e canti dei tifosi.

Finalmente, dopo un’estate passata a sentire chi comprava chi, un po’ di azione seria e appassionante. Iniziano i campionati francesi, interessantissimi negli ultimi anni, ma chiedo venia se il mio cuore batte soprattutto per ciò che accade al di là della manica: Championship, League One e League Two restano un patrimonio dello sport, a metà fra il calcio moderno e la tradizione.

Ci sono entrambi i lati della medaglia, non neghiamolo: le disavventure del Coventry (passato in pochi anni dalle scintillanti luci della Premier League alle leghe inferiori, ora nel caos logistico ed economico) spiazzano tutti e spezzano cuori, così come certe realtà in crisi eppure poco tempo fa sulla cresta dell’onda.

Ma questo calcio è anche altro, è destinazione Wembley per le finali di ogni categoria (avremmo bisogno noi, di uno stadio nazionale così, per dire addio alle polemiche…), è indigestione di partite nel periodo di festa, è un po’ tutto questo.

Verrebbe voglia, che so, di prendere per mano il Nottingham Forest  e portarlo in Premier League, nella massima serie, la dimensione in teoria più adatta alla sua storia: Brian Clough non deve essere proprio felice di questo eterno esilio nella cadetteria, lontano dai fasti di una volta. Sono curioso anche di vedere, dopo l’esperienza del Birmingham, il Wigan giocare Championship ed Europa League: magie di chi retrocede ma vince la coppa nazionale, magia di un FA Cup che ha una formula di sorteggio integrale dove tutto può accadere.

Prima erano le torri, ora è l’arco di Wembley: l’importante è che almeno una volta i tuoi tifosi riempiano, in primavera, i treni speciali per la capitale. Dal nord verso il sud ma anche con altri percorsi: conta essere presenti, conta palesarsi dinnanzi ai magici scalini e alla voglia di salire di categoria, o presenziare al ballo dei grandi in una finale di coppa.

Difficile fare pronostici, anche perché sono campionati che vanno seguiti volta per volta. Certi sono bomber altrove ma meno in Inghilterra (penso subito a Chris Boyd), gli spazi per esperimenti di bel calcio spumeggiante non mancano. Poi ci sono corsi e ricorsi della storia, vecchi avversari che si ritrovano: Brian McDermott allenerà il Leeeds e si troverà a sfidare il Reading, portato nella massima serie pochissimo tempo fa.

Sarebbe splendida una copertura televisiva, perché ai tempi di Sport Italia in certi casi la Championship (o il playoff di League One) a volte era quasi meglio della Premier League: questione di intensità, agonismo, cuore.

Per chi crede ancora nel calcio del never give up, o anche per chi ama e pure tanto Gianfranco Zola (che ci riprova col Watford): buon inizio, buon 2013-2014. Su e dai campi della Football League: una vacanza con partita da quelle parti non deve essere tanto male.

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Matteo Portoghese