Roberto Di Martino, pm di Cremona, non è soddisfatto delle sentenze del processo calcioscommesse e lo dice senza peli sulla lingua ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Prima di tutto, prende le distanze dalla giustizia sportiva: “La sentenza della Disciplinare è un problema del calcio, non mio. Benché non sia ottimista, spero che il ricorso del procuratore Palazzi sia accolto. Io, comunque, sono assolutamente tranquillo, perché so che in sede penale le cose andranno in modo diverso”.
Poi, è il turno di Stefano Mauri: “Al termine di questa storia ognuno si dovrà prendere le proprie responsabilità. A cominciare da chi ha ritenuto insufficienti le accuse d’illecito nei confronti di Mauri, sconfessando un’ordinanza firmata da Guido Salvini, un giudice vero. In questi mesi abbiamo raccolto altri elementi che hanno aggravato la posizione del giocatore, anche se per ovvi motivi non ho potuto fornirli a Palazzi. E comunque non ce n’era bisogno. Si può discutere sull’associazione che ritengo comunque fondata, ma sulla frode sportiva le prove sono granitiche e il processo lo dimostrerà. Io sono sereno, anche se non capisco come certi reati si possano trasformare in omesse denunce“.
Alla fine, un’altra frecciatina alla giustizia sportiva e a un caso calcioscommesse lontano dall’essere arginato: “Se pensano di risolvere il problema così, con sentenze del genere, anticipate tre giorni prima su tutti i giornali, facciano pure… Capisco le esigenze del calcio, ma non è un bene che le persone vengano sentite prima dalla giustizia sportiva e poi da quella ordinaria“.