Centoventi sfumature di follia

Che si faccia o no, l’affare Bale-Real Madrid sembra una follia già soltanto leggendo le cifre della trattativa. L’esterno del Tottenham, che negli ultimi anni ha messo in mostra tutto il suo talento, è valutato dagli Spurs 120 milioni di euro. Già: una cifra folle.

E ancor più folle è il fatto che la dirigenza del Real, piuttosto che allargare le fauci e lasciarsi andare a una sghignazzata con tanto di dito puntato sul naso del presidente del Tottenham, ci pensa, e sembra valutare l’ipotesi positivamente. In Spagna, addirittura, danno l’affare per fatto.

Non so per voi, ma per me la cosa è incredibile. Si parla di centoventimilioni di euro: una cifra che il 99% di gente su questa Terra non vedrebbe neanche se vivesse 300 anni. Una cifra con cui, di questi tempi, sarebbe possibile comprare quei tre o quattro giocatori che consentirebbero a qualsiasi squadra in Europa di fare un campionato di vertice. Invece no. Centoventimilioni, ma per un solo giocatore. Centoventimilioni: ovvero, il trasferimento più caro della storia del club madrileno, superiore a quello che fu di Cristiano Ronaldo, prelevato sempre dalle merengues, nel 2011, dal Manchester United. Allora, di milioni, ne furono spesi 94: altra cifra smisurata, ingiustificabile per chi non è dentro i meccanismi del pallone, “comprensibile” invece conoscendo il talento del portoghese.

Ecco, siamo giunti al nodo cruciale: Ronaldo, quei 94 milioni, sicuramente li valeva: giusto o ingiusto che fosse sborsare tale patrimonio per un solo calciatore, CR7, nel corso degli anni, con la sua qualità, con la sua incredibile incisività, con l’ondata di magliette vendute grazie al suo acquisto, ha comunque ricompensato la spesa fatta. Il Real ha, in sostanza, ammortizzato i costi del suo acquisto. Riuscirebbe a ripetersi con Bale? Il dubbio c’è.

Perché Bale sì, è forte; sì, ha grande tecnica; sì, ha velocità e dribbling; ma riuscirà a essere un altro Ronaldo? Riuscirà a fare da solo la differenza, a caricarsi la squadra sulle spalle, a segnare, far segnare, a garantire, insomma, alle merengues quella continuità di prestazioni positive utili sia a portare a casa risultati che a rimanere, negli anni, l’idolo della tifoseria? E’ giusto sottolineare che, qualora l’affare dovesse andare in porto, sarebbe ovvio che l’entusiasmo in casa Real volerebbe alle stelle, che i tifosi si tufferebbero a pesce negli store per comprare le sue magliette, inondando il Bernabeu per vederlo giocare accanto al buon Cristiano. Il problema, infatti, verrà più in là. Ovvero, quando l’euforia del momento si sarà esaurita, e Bale sarà chiamato a dimostrare di volta in volta le sue qualità in un Paese diverso dal suo, in un campionato difficile (ma che paradossalmente sembra perfino più consono alle sue caratteristiche), in una squadra che, diversamente dal Tottenham in cui era “la” stella, di campioni ne ha abbastanza per far correre al gallese il rischio di confondersi, e diventare uno dei tanti.

In conclusione, Bale è una scommessa per il Real. Da vincere, obbligatoriamente. Centoventimilioni di fiches puntate dal signor Florentino da Madrid sul numero 11. Rien ne va plus, les jeux sont faits: la pallina gira forte nella roulette. L’attesa sale. Spurs e Blancos seduti al tavolo, concentrati nel capire chi avrà fatto la scelta migliore.

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Alex Milone