I nuovi nostri

Come lucciole ricomparse nelle serate estive, tornano a firmare contratti con le squadre italiane, i grandi attaccanti che finora sfilavano per Real Madrid, Bayern Monaco e Manchester City. Diamo il benvenuto ad Higuain, Gomez e Tevez, ma contemporaneamente volgiamo uno sguardo intorno per scoprire se, nell’orizzonte curvato dall’afa, è possibile scorgere il ritorno anche di un’altra razza di bomber, quelli emergenti dalle sartorie del “made in Italy”.

Non sono poi tanto lontani i tempi in cui i segnavano raffiche di gol Inzaghi, Toni o anche Montella, Signori e Chiesa. Eppure, auspicando le conferme di Balotelli ed El Shaarawy e confidando nelle sempiterne giocate di Totti e Di Natale, sarebbe ora di vedere emergere qualche punta ispirata, magari perfino capace di mettere in crisi Prandelli, quando verrà il momento delle convocazioni mondiali.
Quattro sono i giocatori che abbiamo individuato, tutti classe 1991 e quindi avviati ai ventitrè anni nel giugno 2014. Un’età in cui, bisogna iniziare a trasformare le promesse calcistiche in statistiche concludenti.

Iniziamo dalla stellina del Milan, Riccardo Saponara. Trequartista con possibilità di agire anche come centrocampista, dopo una stagione all’Empoli è approdato al Milan, ricevendo subito le lusinghe dell’allenatore e non solo. “Kakà non arriva, abbiamo Saponara”, “Saponara come Rijkaard”: queste le impegnative dichiarazioni di Galliani. Ottima velocità, buona progressione palla al piede, tempismo nell’inserimento e non solo, sono le caratteristiche tecniche del ragazzo, a cui si chiede di ripercorrere le orme di El Shaarawy (che resta comunque di un anno più giovane del neoarrivato). Attendiamo di vedere se a Milanello sapranno modellare anche la creta talentuosa del “nuovo Kakà”, sperando che la fantasia sudamericana, stavolta abbia germogliato nei nostri vivai domestici.

Probabilmente avrà più spazio, data la concorrenza minore, un altro attaccante che nella serie B di quest’anno ha saputo imboccare la via del gol, per ben 18 volte. Parliamo di Simone Zaza, in forza al Sassuolo ma di doppia provenienza bianconera: il bianconero dell’Ascoli, dove ha giocato nella stagione conclusa e quello della Juventus, che lo ha già acquistato, girandolo in prestito. Potente e tecnico, per lui il paragone pubblicitario più ricorrente è stato quello di “nuovo Torres”. Determinazione e capacità di vedere la porta sono il corollario indispensabile alle doti tecnico-fisiche di un attaccante, che potrebbe farsi valere fin da subito. Se diamo un’occhiata al calendario del Sassuolo, ci accorgiamo che la neopromossa, facendosi trovare preparata all’avvio, potrebbe già candidarsi al ruolo di sorpresa del campionato, almeno nelle prime giornate.

Manolo Gabbiadini, invece, è un attaccante già noto alla serie A. In costante crescita, sebbene non ancora esploso del tutto, quest’anno nelle fila della Sampdoria si ritroverà come allenatore Delio Rossi, uno che con i giovani ha sempre dimostrato di saperci fare. In famiglia, il gol è una caratteristica che appartiene non solo a Manolo, ma anche alla sorella Melania, attaccante del Verona Bardolino e della Nazionale femminile. Il bottino di Melania è di 163 presenze e 139 gol. Difficile avvicinarsi a tanto, ma comunque, su Manolo Gabbiadini, la critica è da tempo concorde: il “nuovo Riva” ha i mezzi per far bene.

Chi invece ormai non è più un “nuovo qualcun altro” avendo speso il proprio credito promozionale già nella campagna acquisti dell’anno scorso, è Mattia Destro. Coetaneo dei tre prima menzionati, già 67 presenze e 20 gol in serie A, un paio di gettoni in azzurro (con gol rifilato a Malta). Anche per lui, c’erano stati paragoni impegnativi, uno dei quali pronunciato da Abel Balbo, ex bomber giallorosso. Eppure, l’entusiasmo intorno al giocatore sulla piazza romana, si è già affievolito, complice anche una stagione difficoltosa per tutto l’ambiente romano e romanista. Finora ha dimostrato molta mobilità e capacità di svariare, sacrificio e tecnica di base, ma, non appena sarà tornato nella miglior condizione fisica, da lui il pubblico adesso vuole anche i gol. Perché da “E’ il nuovo Batistuta” a “Mi sembri Destro…”, il passo è breve.

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Paolo Chichierchia