C’è una vecchia scatola che custodisco gelosamente. Niente di valore al suo interno, solo una raccolta di vecchi biglietti di eventi sportivi e musicali a cui ho avuto la fortuna di assistere in questi anni; piccoli pezzi di carta che rappresentano dei ricordi personali. C’è un biglietto di un vecchio Lodigiani-Ancona di serie C1 con Luca Toni, ancora sconosciuto alle grandi platee, che primeggiava tra i padroni di casa; quelli delle gare della Virtus Roma, della Fiorentina, delle trasferte a Milano e tanti altri.
Ce ne sono parecchi, ma all’appello purtroppo ne manca uno, fondamentale: quello di un Roma-Fiorentina del 7 maggio 1995, il biglietto da dove tutto cominciò. Un classico match di fine stagione di poco valore per la sua dinamica e per la storia della serie A, importante, però, per il sottoscritto perché ha rappresentato la sua prima partita vista dal vivo in uno stadio. Un incontro iniziato qualche giorno prima al botteghino quando io e il mio compagno di scuola ricevemmo i preziosi tagliandi di ingresso, conservati con cura a casa fino alla domenica come fossero dei lingotti d’oro. Settore distinti attaccati alla Curva Sud, non proprio il massimo per un tifoso viola cresciuto a Roma e costretto a soffrire 90’ in mezzo ai “nemici”.
Una domenica organizzata nei minimi particolari con il percorso dei mezzi pubblici e il panino al seguito. Niente tessere dei tifoso, biglietti nominali o tornelli. L’impatto con lo stadio fu fantastico, da restare a bocca aperta visto che il massimo fino a quel momento era stato assistere alle gare dei campionati di Eccellenza su campi in terra. Una struttura di una grandezza unica e poi il corridoio e il rumore in lontananza che ti accoglie verso la vista di quel rettangolo verde, un’immagine paradisiaca per un giovanissimo appassionato di calcio.
La Fiorentina era reduce dal campionato cadetto e l’ingresso dei tifosi ospiti fu bombardato dal grido “Serie B, Serie B” cantato da quasi tutto il pubblico giallorosso. Come si dice a Roma in questi casi sei costretto ad “abbozzare” ed evitare di rispondere a tutta quella serie di insulti variopinti nei confronti dei tuoi colleghi di fede gigliata. La partita non fu fantastica per la Fiorentina. Dopo soli quindici minuti Balbo fece esplodere lo stadio e più tardi il boato fu ancora più grosso quando Batistuta sbagliò un calcio di rigore; il chiaro segnale che la partita avrebbe avuto un esito negativo. Ogni attacco della Roma trascinato dall’incitamento dei tifosi era una sofferenza, resa ancora più dura da una difesa viola inguardabile. Il gol di un giovanissimo Francesco Totti pose fine a quella tortura e la Fiorentina uscì sconfitta dallo stadio “Olimpico” con un risultato all’inglese. La sconfitta alla fine contò poco per il sottoscritto. L’esperienza della mia prima partita allo stadio la ricordo ancora oggi con piacere e ogni volta che metto piede in uno stadio da massima serie riesco ancora a sentire quell’emozione che ti assale appena varchi l’ingresso alle tribune.