Home » È una bella Serie A

Manca poco meno di un mese all’inizio del nuovo campionato, e personalmente… non vedo l’ora che parta. Perché l’impressione, confermata di giorno in giorno, è che nella prossima stagione ne vedremo delle belle. Mi sono spesso trovato a parlare con amici e colleghi di ciò che mi aspetto dalla Serie A 2013/2014, e per prima cosa ho sempre risposto: spettacolo. Il quale, è ovvio, è portato dai calciatori di spessore che si hanno e che ci fanno divertire.

Per fortuna, in questo mercato estivo di grandi calciatori ne stanno venendo abbastanza da queste parti; certo, altri son partiti (Cavani, Jovetic, Marquinhos) ma i vari Mario Gomez, Joaquin, Strootman, Higuain, Albiol, Callejon, Tevez, Llorente, fanno sfregare le mani a chi spera che da fine agosto in poi il massimo campionato italiano regali quelle emozioni oramai svanite da qualche anno a questa parte.

Per spiegarmi meglio: andate su Youtube e cercate qualche partita di fine anni ’90, arrivando a cercare massimo per gli inizi dei 2000: Totti, Zidane, Batistuta, Ronaldo, Weah, Shevchenko, Bierhoff, Recoba, Vieri, Crespo, Salas. Loro e, ovviamente, tutti gli altri grandi calciatori che calcavano i nostri campi, e che sarebbe impossibile qui, ora, elencare su due piedi. Erano tanti, ci facevano entusiasmare. “Era però un altro calcio” qualcuno dirà; un calcio in cui i milioni c’erano e venivano spesi, e in cui il campione, da noi, veniva a giocarci perché la Serie A era un campionato da nobilissimi. Non che adesso non lo sia più, io son fermamente convinto che qui da noi ci vieni a giocare solo se hai veramente gli attributi, però… quel fascino… sì, il fascino di quegli anni un po’ si è perso. Si è persa l’atmosfera della supersfida da vivere con apprensione, sperando che il fenomeno comprato in extremis per tot. miliardi facesse la differenza; si è persa la sensazione di assistere a un qualcosa di importante, di prezioso, di unico: il calcio italiano.

Oggigiorno, inutile parlarne, Bundesliga e Premier sono più gettonate. Gli sceicchi sono arrivati in Europa negli ultimi anni, e hanno inciso tantissimo sul mercato con i loro fiumi di euro, prelevando campioni, costruendo squadroni e costringendo l’Italia – in cui in pochissimi investono a causa delle tasse incredibilmente alte – ad accontentarsi delle noccioline.

Incredibilmente, però, la situazione sembra farsi, adesso, man mano differente. Grazie all’abilità di presidenti capaci come De Laurentiis, bravo a gestire una piazza difficile come Napoli; all’ambizione di una Fiorentina efficacemente trascinata in alto dai Della Valle; alle speranze di una Roma americana che sembra aver trovato finalmente la rotta giusta da seguire; alla sagacia di un’Udinese in gamba nello scovare talenti, nel fare mercato con la testa, crescerli, venderli, e rimanere comunque lassù, in alto in classifica. Rose alla mano, appaiono un po’ dietro le milanesi, ora come ora, ma c’è un altro mese di tempo in cui sistemare le cose. Un mese in cui i lavori entreranno nel vivo, in cui il mercato – si spera – porterà altri talenti qui da noi, così da farci rivivere per tutta un’annata calcistica quelle emozioni che fino allo scorso giugno erano vive, sì, ma soltanto nella nostra memoria.