A Göteborg la Svezia cede 0-1 alla Germania, nella prima semifinale degli Europei femminili 2013. Decide il gol di Marozsán attorno alla mezzora del primo tempo, inutili gli assalti di Schelin e comapagne.
Inni nazionali e si percepisce che la posta in palio è di quelle pesanti. La Germania campione uscente, un po’ opaca a dire il vero, vuole beffare la Svezia padrona di casa e la partita si conferma spumeggiante come da previsione: ritmi alti, squadre a volte lunghe e quindi ripartenze veloci, gesti tecnici importanti. Se questi Europei femminili, come qualsiasi altra manifestazione sportiva, hanno avuto (anche) momento bassi, la gara di Goteborg è francamente bella, godibile, per lo spettatore neutrale come per il tifoso: le occasioni sono tante e tenerne il conto è difficile. Ci prova Maier al 6′, insiste Goessling poco dopo. Pragmatica e sbarazzina la Germania, Svezia che sente la pressione della partita della vita, in casa, davanti al suo pubblico. Marozsán inizia a farsi pericolosa, imitata da Krahn poco dopo. Vero che Schelin, l’osservata speciale, si fa notare e vedere ma anche Mittag vuol dire la sua. Niente da fare per Öqvist, in una partita che fra iniziative individuali ed occasioni vere e proprie resta bella da vedere. La sblocca al 33′ Marozsán, abile con un tocco fine e preciso, da biliardo, a superare Hammarström e mandare avanti una palla lenta ma inesorabilmente diretta oltre la linea di porta. È vantaggio Germania e le svedesi si innervosiscono, nella classica situazione in cui le giocate smettono di venir bene. L’intervallo è allora un toccasana, nella serata dell’equilibrio smosso, fra una chance e l’altra, dalla ragazza d’oro del FFC Frankfurt.
Nella ripresa, Pia Sundhage sa di dover cambiare qualcosa e alza il baricentro della squadra. In verità i secondi 45′ vedono le svedesi accrescere il numero delle occasioni, accumulate una dopo l’altra lasciando spazi al contropiede tedesco. Sul piano fisico la Germania regge, mentre Asllani e Schelin ci provano in tutti i modi. Centralmente o dalle fasce, l’azione svedese è sostenuta dal pubblico di casa, caloroso e mai domo. Però le tedesche sono toste, abituate a certe partite nonostante il ricambio nell’organico: Marozsán libera Mittag al 60′ e il pubblico del Gamla Ullevi trema. Ancora, la pressione esercitata dalle padrone di casa cresce e la Germania, certo senza barricate ma coprendosi di più, resiste. Sjögran entra per Göransson, Seger è pericolosa al 66′, Angerer è sempre attenta. C’è tempo per un gol annullato per fuorigioco a Schelin e per la disperazione, fino ai secondi finali, dell’assalto della Svezia: finisce 1-0 per le campionesse in carica, che trovano la finale ed eliminano le favorite.
Forse l’avevamo sottovalutata, oppure è proprio vera la metamorfosi fra prima fase e fase finale: la Germania raggiunge la finalissima di Solna, in attesa di scoprire chi fra Danimarca e Norvegia sarà la sfidante. Resterà l’Europeo del rammarico per la Svezia, in casa e spinta da un colorato e caloroso tifo. Sundhage ha svolto un gran lavoro, evidentemente insufficiente a questi livelli.
SVEZIA-GERMANIA 0-1
Svezia: K Hammarström, Rohlin, Fischer, Thunebro, Samuelsson (82′ Dahlkvist), Göransson (65′ Sjögran), Öqvist (74′ Jacobsson), Seger, M Hammarström, Schelin, Asllani. A disp.: Lindahl, Lundgren, Segerström, Nilsson, Ilestedt, Konradsson, Magnusson, Schough, Hjohlman. All. Pia Sundhage
Germania: Angerer, Bartusiak, Maier, Krahn, Cramer, Laudehr, Kessler, Lotzen (Leupolz), Marozsán (88′ Schmidt), Goessling, Mittag. A disp.: Schult, Benkarth, Schmidt, Henning, Wensing, Behringer, Okoyino da Mbabi, Linden, Huth, Bajramaj, Däbritz. All. Silvia Neid
Arbitro: Esther Staubli (Svizzera)
Marcatrice: 33′ Marozsán
Note: Ammonite: Fischer (S) e Laudehr (G)