Home » La partita di… Nicolò Bellenzier

Un derby è sempre un derby. Anche in una stagione in cui tutto sembra andare male, in cui i rivali ti hanno ormai staccato di svariati punti, battere gli odiati cugini ti dà quel pizzico di forza per tirare avanti, quella carica e quella voglia che ti fanno pensare “Siamo noi i più forti!”. La situazione in quel giorno era esattamente questa: l’Inter navigava in zona Europa League, con ancora qualche speranza di qualificazione per la Champions; il Milan, campione d’Italia in carica, si trovava a un punto dalla Juventus e credeva fortemente nello scudetto. Le speranze di battere la squadra di Allegri nel derby erano minime, ma una straordinaria prestazione ha permesso ai tifosi interisti di gioire per l’ultima volta in una stagione travagliata.

6 maggio 2012: il giorno del derby, il momento tanto atteso durante la stagione. Una famiglia divisa in due parti: io, mio cugino e mia nonna vestiti di nerazzurro; mia madre, mia sorella e mio padre vestiti di rossonero. Dopo una stagione tremenda, io me ne stavo seduto sul divano con la faccia triste, pronto per una figuraccia e pronto a subire i soliti sfottò da parte di mio padre, che è sempre stato l’unico a vivere con un po’ di rivalità questa partita, a differenza di mia madre e mia sorella (le donne si sa, sono più buone). Mio cugino invece, pimpante e ottimista, si presenta con la maglia di Milito, con la faccia tinta di neroazzurro e con la convinzione che quella partita l’avremmo vinta noi. Decido di prendere in mano la telecamera e di fare un video di presentazione della partita: il pronostico di mio cugino è di 2-1 per noi, con gol di Milito, Sneijder e Ibra per il Milan (su rigore dice lui, perché il Milan segna sempre così). Io non perdo neanche tempo a fare l’elenco dei possibili marcatori del Milan e mi metto in postazione per seguire la gara.

Il telecronista Fabio Caressa, accompagnato dal solito Beppe Bergomi, sembra fomentato come ogni sera, quando commenta le partite più importanti. Le coreografie fanno venire i brividi: quella dell’Inter è mastodontica, un’enorme madonnina d’oro copre tutta la curva nord, con ai piedi la scritta “Ti te dominet Milan”. I rossoneri rispondono con un po’ di simpatia, presentando un bel diavolo armato di cannocchiale, con la scritta “Vedervi a maggio è tornato un miraggio”. La partita inizia e l’Inter se la cava piuttosto bene, stupendoci un po’ tutti. Il Milan però è la prima squadra a rendersi pericolosa: Robinho crossa in area e Ibrahimović tocca appena con il piede destro, mandando la palla alta. Io quasi non ci credo, sembrava un gol facile da segnare per lo svedese. “Forse è la serata buona?” penso tra me, senza far capire agli altri che era nato nel mio animo un po’ di ottimismo. Al dodicesimo minuto le mie speranze si rafforzano: Sneijder da punizione mette il pallone in area, Samuel fa da sponda e Milito da solo insacca. Nella sala scoppia l’urlo degli interisti: “Militooo! Militoo!“; io e mio cugino iniziamo a correre per la casa, per scaricare la tensione e per festeggiare meglio. L’Inter riesce a guadagnare più fiducia grazie al gol e comincia ad attaccare con costanza. Dopo tanta insistenza l’Inter ancora si porta in area e Lucio riesce a insaccare con un gran tiro, non da lui. Io corro nel giardino a urlare come un forsennato, ma quando torno in casa Ibrahimovic Milansento mio padre che brontola: “Tranquillo, è fuorigioco. Stai pure tranquillo”. La tensione comincia a crescere quando l’arbitro non ci convalida un gol fantasma segnato di testa da Cambiasso: mio cugino inizia a lamentarsi: “I soliti ladri“. Mia sorella, di solito tranquilla, la prende male e controbatte. Arrivati al minuto 42 accade lo scandalo: pallone filtrante in area, Boateng lo segue, ma viene anticipato da Julio Cesar, che colpisce in pieno il pallone con le mani. Per l’arbitro però è rigore. Rigore?! Pure Caressa rimane stupito. Ibra si presenta dal dischetto e viene stuzzicato da Julione, che lo provoca con una linguaccia. Ibra ovviamente segna e con la sua faccia antipatica indica il punto dove il pallone si è insaccato, ridacchiando. Io inizio a urlare al televisore, come se Ibra potesse sentirmi: “Quest’anno non lo vinci lo scudetto! Quest’anno non lo vinci!“.

Finisce il primo tempo, io e mia sorella ormai non ci guardiamo neanche in faccia. Passano i quindici minuti più lunghi della mia vita e poi si ritorna in campo. Dopo neanche 30 secondi ancora lo svedese ci punisce. Io comincio a scrollare la testa, con un sorriso amaro stampato sulla faccia: “Lo sapevo che sarebbe finita così. Lo sapevo“. Mio cugino comincia a inveire contro mio padre e si attacca agli errori arbitrali. Partono i primi insulti e la famiglia si divide: mio cugino va a guardarsi la partita al piano superiore, a casa sua (abita infatti sopra di me). Regna il silenzio, fino al 51esimo, quando parte il valzer dei rigori: Abate dimostra ancora una volta di essere allergico a Milito e lo stende in area. Rigore per noi e pareggio, grazie al solito Principe. Le urla di mio cugino risuonano nella notte. Io cerco di mantenere la calma. Ci riesco, ma soltanto fino al 77esimo, quando Nesta para il colpo di testa di Pazzini e ci regala un altro tiro dal dischetto. Milito non perdona e firma un’altra tripletta in un Milito Interderby, dopo quella con il Genoa. Io saltello qua e là felice e quasi incredulo, mio padre non spiccica parola e mio cugino torna da noi sbraitando come un cane. Il gol simbolo di questo derby sarà però il quarto: all’86esimo, Maicon prende palla nella trequarti e fa partire un bolide di destro che si insacca sotto l’incrocio, alle spalle dell’impotente Amelia. La parte nerazzurra di Milano esplode in un urlo di gioia, io corro di nuovo in giardino, con mio cugino che piange come non aveva mai fatto. “Golazo di Maicon, golazo” grida Caressa, mentre in un’altra zona d’Italia gli juventini festeggiano lo scudetto. Maicon saluta così l’Inter, prima di lasciarla per andare al Manchester City. La partita finisce così, 4-2. Io me ne vado a letto come se l’Inter fosse campione d’Italia.

Ora vi chiederete: perché scegliere questo derby? Ce sono molti altri più interessanti, dove l’Inter ha dimostrato la propria superiorità (come quello vinto 4-0 nell’anno del triplete). Questa partita però mi ha lasciato qualcosa di diverso rispetto alle altre: l’Inter con questa vittoria ha scucito lo scudetto dal petto del Milan. Voi direte: “è vero, ma lo avete consegnato alla Juventus“. Io penso che per un interista non ci sia nulla di più bello di negare la gioia dello scudetto alla rivale cittadina, la vera rivale. La Juventus è diventata campione d’Italia? Buon per loro, meritato. Però io in quella magica serata ho solo pensato a chi lo scudetto non lo aveva vinto, per poco.

Per chi vuole rivivere quelle emozioni, ecco il video delle azioni salienti della partita: