Rugby League: Queensland vince l’ottavo State of Origin di fila

Era la partita dell’anno e Queensland, ad appellii simili, risponde sempre presente. Davanti a 83mila spettatori, i Queensland Maroons hanno battuto i New South Wales Blues 10-12, chiudendo la serie sul 2-1. Si tratta dell’ottavo titolo consecutivo nello State of Origin, una vera e propria “dinastia”, come la definiscono media e tifosi australiani.

La gara più attesa, forse più della finale della Coppa del Mondo. Si giocava a SydneyThurston al 10′ apriva le danze per i detentori del trofeo, con una meta frutto della confidenza nei mezzi della squadra oltre che del talento individuale di molti giocatori. A dire che il vero New South Wales reagiva subito, spinto dalla marea blu sugli spalti e, con l’ala dei Newcastle Knights McManus, marcava riequilibrando la sfida. Una partita a scacchi, un incontro giocato anche in piazzola: dai piedi di Maloney e dello stesso Thurston passavano fortune e sfortune delle squadre. Molti gli errori, non meno i passaggi in avanti, forzati dalle difese: sul finire del primo tempo, i Blues spingevano davvero a tavoletta sull’acceleratore, ma lo sforzo difensivo di Smith e soci era encomiabile: 4-8 al 40′.

Nella ripresa, ecco che saliva ancora forte l’urlo dell’ANZ Stadium, nel climax di tensione classico di questa serie. In casi come questi, servono fuoriclasse con gambe, mani e teste giuste e Hodges all’ora di gioco spezzava l’equilibrio e la partita, spingendola verso la parte Maroon dell’Australia. Piano piano, i set of six dei Blues perdevano brillantezza e le giocate calavano di lucidità. Vero che Merrin andava in meta a 9′ dalla fine, ma gli ultimi 10 giri di lancette premiavano la difesa e il sangue freddo di Queensland, che all’80’ si godeva l’ottavo titolo consecutivo nello State of Origin: dalla storia all’epica il passo è breve.

Cosa rimane, allora, di queste 3 partite? La sensazione, essenzialmente, è che abbiano giocato giocatori strabilianti. Sul piano fisico, tecnico, dell’abilità anche mentale di stare sul pezzo nonostante la rivalità e le pressioni mediatiche, questi rugbisti sono il top. Pazzesco pensare che la nazionale australiana, in vista della Coppa del Mondo del prossimo autunno, potrà scegliere i migliori fa quelli scesi in campo: molto più che un Dream Team.

Le telecamere delle tv, che hanno trasmesso l’evento in 97 paesi (Italia esclusa), hanno immortalato anche giocatori e staff del Manchester United, che si trova nell’emisfero sud per la preparazione estiva. Uomini con Ryan Giggs o Rio Ferdinand, icone sportive conosciute a livello globale anche in paesi non esattamente calcio centrici, avranno apprezzato lo show, essendo appassionati di rugby a 13.

Curiosa anche l’invasione di campo da parte di un disturbatore, nudo e subito immobilizzato (e coperto) dalla sicurezza. Era il minuto 78′ e l’arbitro, data la chiara interferenza con un’azione decisiva, si trovava costretto ad annullare una meta a Queensland. Evento ininfluente ai fini del risultato, per fortuna.

State of Origin – Game III

New South Wales-Queensland 10-12 

Arbitro: Shayne Hayne

Man of the Match: Brent Tate (Q)

Note: Spettatori: 83.813