MondoPallone Racconta… Italia chiama Spagna
Come piacevolmente possiamo riscontrare nel calciomercato in corso, i club italiani sembra riscuotano di nuovo un certo appeal tra i calciatori stranieri di livello. A conferma di ciò, gli ingaggi dei vari Tévez e Gomez, ma anche di tanti spagnoli. Llorente, Joaquín, Albiol, Callejón. Sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando negli anni ’60 del secolo scorso, precisamente tra il 1961 ed il 1962, alcuni campioni di Spagna sbarcarono in Serie A.
Luís “Luisito” Suarez Miramontes (1935) arrivó in Italia nel 1961. Regista dai piedi d’oro, cervello fino e lancio millimetrico, è a tutt’oggi l’unico calciatore spagnolo di nascita ad aver vinto il Pallone d’Oro: accadde nel 1960. Dopo gli esordi nel Deportivo divenne una stella del Barcellona. Moratti senior, patron dell’Inter, lo acquistò per circa 300 milioni di lire, record mondiale dell’epoca per un trasferimento. A Milano si impose nella squadra stellare di Helenio Herrera conquistando l’Italia, l’Europa e il Mondo. Con la selezione spagnola si laureò campione continentale nel 1964. Chiuse la carriera nella Sampdoria nel 1973, prima di diventare allenatore (anche selezionatore delle Furie Rosse tra il 1988 ed il 1991) ed apprezzato commentatore televisivo.
Un anno dopo, sbarcò nel nostro campionato Luís Del Sol Cascajares (1935), centrocampista colonna del Real Madrid che vinse la Coppa dei Campioni e quella Intercontinentale nel 1960. Dopo il Mondiale cileno vestì la casacca della Juventus, che gli consentì di vincere la Coppa Italia nel 1964-65 e lo scudetto 1966-67. Geometrico e dinamico, Del Sol passò alla Roma per gli ultimi due tornei italiani. Nel nostro paese ha quindi giocato giusto un decennio, prima di tornare in patria al Betis ed appendere le scarpe al chiodo nel 1973. E’ stato compagno di Suarez nella vittoriosa campagna europea del 1964 e ai Mondiali 1962 e 1966.
Insieme a Del Sol si trasferì in Italia anche Joaquin Peiró Lucas (1936), ala prolifica che in patria si era fatto apprezzare con i colori dell’Atlético Madrid. All’indomani della Coppa Rimet in Cile, in cui aveva realizzato una rete al Messico, venne acquistato dal Torino. 10 marcature in due stagioni furono abbastanza per attirare l’interesse dell’Inter. L’attaccante spagnolo – esistendo all’epoca la regola di due stranieri utilizzabili in gara – si trovò in competizione per un “posto” con Jair e lo stesso Suarez. A lui è legato un episodio famosissimo accaduto durante la semifinale di Coppa dei Campioni 1964-65 contro il Liverpool: nel ritorno, rubò furbescamente il pallone dalle mani del portiere – che si accingeva al rinvio e lo depositò nella porta vuota. Gol spettacolare, e convalidato. Poi passò un quadriennio alla Roma e chiuse la carriera di nuovo all’Atlético Madrid. Da tecnico ha guidato il suo club storico nell’1989-90.
Forse il meno conosciuto, ma dal palmares invidiabile, Juan Santisteban Troyano (1936) giunse nel piccolo Venezia nel 1961. Un trasferimento che rivisto oggi ha per certi versi dell’incredibile. Santisteban arrivava nientemeno che dal Real Madrid, considerata la più forte squadra del mondo. Il centrocampista di Coria del Rio partecipò alla conquista di 4 campionati, 5 Coppe dei Campioni consecutive ed una Coppa Intercontinentale, sebbene principalmente da rincalzo. Per lui anche 7 presenze nella Nazionale spagnola. Nella laguna disputò due stagioni con 39 gare e 2 reti. Rientrò per un breve periodo al Real Madrid e al Betis prima di terminare negli Stati Uniti una lunga carriera. Si è tolto grandi soddisfazioni quale selezionatore delle nazionali giovanili spagnole: 4 Europei Under-16 e 2 Under-17.