La Sghimberla del lunedì – La filmografia del pallone (prima puntata)
Considerando il grande amore che tutto il mondo gli tributa, considerando che si tratta quasi ovunque dello sport più seguito in assoluto, poteva Hollywood evitare di interessarsi al calcio? La risposta, ovviamente, è sì. In America, in effetti, il “soccer” è uno sport quasi esclusivamente femminile, dato che i maschi si rincretiniscono con il football americano, che altro non è se non una versione tamarra del nobile gioco che qui da noi viene chiamato rugby.
Il fatto che il soccer venga considerato un passatempo da femminucce a causa della scarsa propensione ai mischioni alla Bud Spencer e Terence Hill, nonché all’assenza di fratture a tre cifre, fondamentalmente, non regge. Soprattutto quando ci si rende conto che i veri mostri sacri del gioco statunitense sono il basket (dove storicamente il contatto fisico è punito con pene che vanno dai tiri liberi per l’avversario alla lapidazione negli spogliatoi con asciugamani ghiacciati) e soprattutto il baseball.
Quest’ultimo è identico al placido gioco dei quattro cantoni, con la differenza che gli atleti sono vestiti come dei boy-scout in settimana bianca, masticano & sputano sostanze putrescenti e per effettuare qualsiasi mossa anche elementare hanno bisogno che da qualche parte qualcun altro faccia una serie di venti minuti di segnali mimici che manderebbero in crisi l’annunciatrice del telegiornale per non udenti.
A ogni modo, se anche la patria del Cinema ha da sempre un po’ snobbato lo sport più amato al mondo, la filmografia calcistica annovera alcuni (rari) capolavori. Dico rari, perché la maggior parte dei film usciti sul calcio sono minchiate inenarrabili con sceneggiature scritte evidentemente da persone che non hanno mai visto una partita di pallone in vita propria.
Vediamo dunque la lista dei migliori film sul calcio: aldilà della loro bellezza o della recitazione (che nella maggior parte dei casi è desolante), scopriremo che tutti trattano di qualcosa che tange il mondo del calcio e di cui troppo raramente si parla sui giornali.
Febbre a 90° (Gran Bretagna, 1997) – Tratto dal gustoso romanzo di Nick Hornby e interpretato dal premio oscar Colin Firth (non un fesso qualsiasi), il film affronta il calcio in maniera molto marginale, raccontando invece con dovizia di particolari un problema che affligge gran parte dei tifosi italiani: la propensione di molte donne a odiare qualsiasi cosa sia soltanto vagamente connessa con il movimento fisico. Ho decine di amici le cui fidanzate/mogli indossano una maschera di Astaroth ogni volta che si tira fuori anche solo l’ipotesi remota di un’oretta di partita sul campo di calcetto. Le stesse fidanzate/mogli, contemporaneamente, sono capaci di lamentarsi perché il proprio uomo ha messo 45 kg di pancia dal giorno del primo bacio. Decidetevi, donne: con un pallone avrete a che fare per forza. Potete scegliere se quel pallone dev’essere dentro la borsa di vostro marito, oppure dev’essere vostro marito. Voto: 8 per il coraggio
Il presidente del Borgorosso F.C. (Italia, 1970) – Anche qui un grande attore (Alberto Sordi) e anche qui una storia vecchia, ma ricca di spunti adatti al calcio odierno. Un ricco rampollo eredita una squadra di calcio, pur non avendo alcun interesse nei confronti del pallone, ma – come spesso accade ai neofiti – una volta entrato nel meccanismo diventa pazzo per il calcio e s’improvvisa presidente-factotum. Una metafora ardita e tutt’oggi attualissima, rivolta soprattutto agli sceicchi di turno che a una sana partita di Football Manager hanno preferito comprarsi una povera società serenamente derelitta e trasformarla nell’Eldorado calcistico, con risultati che nel 99% dei casi sono più disastrosi del disastro precedente. Come, in fondo, accade anche al nostro Borgorosso F.C.: nonostante l’ingaggio di Omar Sivori la squadra fallisce, tanto che verrà pignorato perfino il pullmino della società. Voto: 7 di stima
Shaolin Soccer (Hong Kong, 2001) – Questo film coniuga sul grande schermo le due passioni preferite degli asiatici: lo sport e le minchiate. Già in Holly e Benji avevamo notato che la visione orientale del calcio non è poi del tutto attinente alla realtà, ma Shaolin Soccer fa di più e lo fa meglio. L’idea che la squadra sia formata da monaci con superpoteri fornisce al regista la scusa per fare tutto quello che gli pare: il risultato è che sul mercato occidentale il film è stato presentato come comico, mentre in quello orientale si tratta di un metraggio altamente drammatico, quasi un documentario. Come film da ridere, ve lo diciamo subito casomai non l’abbiate mai visto, Shaolin Soccer è veramente gustoso. Il vero problema è che in Italia hanno deciso, per motivi inspiegabili, di farlo doppiare dai giocatori della Lazio e della Roma (fra cui Pancaro, Tommasi, Mihailovic, Peruzzi, e perfino Delvecchio, che già nelle interviste costringeva il giornalista di turno ad affidarsi a un medico che ne confermasse lo stato vitale…). Il risultato equivale a diecimila gessetti che stridono all’unisono su una lavagna sola: dolci storie d’amore e appassionanti sequenze sportive vengono raccontate con lo stesso entusiasmo della segreteria telefonica di Gigi Marzullo. Voto: 6 (se lo guardate in lingua originale).
Goal! (USA / GB / Messico, 2005) – L’idea è semplice e diretta. Un ragazzino molto bravo sogna di diventare un calciatore, ma ha una famiglia poverissima, con tanto di padre che odia il calcio. Ok, ci sta tutto, ma quando cominci a vedere i numeri da Pro Evolution Soccer che il protagonista inscena durante quella mezz’ora che il padre gli concede a settimana per giocare, partono le prime domande. Come ha fatto a diventare così bravo se può allenarsi solo due ore al mese? E, soprattutto, perché in Messico non esiste la forza di gravità? Domande che resteranno senza risposta, perché intanto il nostro protagonista è già volato a Newcastle per un provino. Qui l’allenatore (un vero guru del calcio) lo guarda giocare 10 minuti e LO SCARTA. E partono altre domande: come può l’allenatore del Newcastle non accorgersi che ha di fronte un calciatore al cui cospetto Maradona vale come un calzino di Darko Pancev? Finale: per una serie di scenici colpi di culo il ragazzino riesce a entrare nella squadra riserve del Newcastle: l’anno successivo, ovviamente, viene acquistato a peso d’oro dal Real Madrid. Le domande continuano: come hanno fatto quelli della squadra riserve… Voto: 6.5 perché nonostante tutto incarna i sogni di tutti noi.
Goal 2 – Sissignori, c’è il sequel. Lo so, mi dispiace. Eh, lo so… Ed è molto più tamarro del precedente. Il nostro protagonista viene acquistato dal Real e si trova in squadra con Zidane (oscar alla recitazione: a fatica lo si distingue dal bancone del bar a cui è appoggiato) & compagni. Anche qui nessuno sembra rendersi conto che il nostro eroe può dribblare l’intera squadra avversaria senza troppi patemi, come l’omino di FIFA ’96 con l’IA settata su difficoltà “sega”. Oltre alla panchina, “Santi” scopre che la madre – che l’ha abbandonato da piccolo – vive a Madrid (sciambola! Che trama!) con un marmocchio che per certi versi è suo fratello. Aldilà del fatto che quest’ultimo personaggio fa stupidaggini inenarrabili (compreso rubare al protagonista una Lamborghini e farsi 15 chilometri di superstrada a 250 km/h contromano pur non arrivando né al volante e né ai pedali, e nonostante tutto uscendone illeso), nel film il più forte giocatore del Real Madrid è Beckham. Questo forse dovrebbe bastare a classificarlo. Voto: 3.
Volete entrare nel vivo con i voti più alti e film del calibro di “Fuga per la vittoria” e “L’allenatore nel pallone”, nonché vedere come se l’è cavata il mitico Ally McCoist come protagonista di un film sul calcio? Seguiteci nella seconda puntata!