Storie di Provincia: il Chievo dei miracoli
Nell’annata 2001-02, una novità assoluta si propose in serie A. Dopo diversi anni di serie B, che pure era già considerata un traguardo notevole, il Chievo era riuscito nell’impresa fino ad allora incompiuta di risalire l’intera trafila delle serie calcistiche, da quelle dilettantistiche a quelle professionistiche, fino a compiere il miracolo dell’approdo nel Campionato di Trezeguet e Del Piero, Baggio, Batistuta ,Ronaldo, Shevchenko, Crespo e Totti.
Come per le più note Anderlecht e Paris Saint Germain, anche in questo caso era un quartiere, di 4.000 anime, a dare il nome alla seconda squadra di Verona. Come la pensassero i concittadini tifosi dell’Hellas, era testimoniato da una filastrocca in dialetto di qualche tempo prima: “Quando i mussi i volerà faremo il derby in serie A”. Da allora, i “mussi” (ovvero gli asini) è restato uno dei soprannomi dei sostenitori del “Ceo”, per dirla sempre in dialetto.
Tuttavia, in pochi avrebbero creduto che quel miracolo avrebbe avuto un seguito. Sì, certo, tanta simpatia, tutto l’interesse dei giornalisti a raccontare la favola nuova, proveniente dalla città di Romeo e Giulietta e dei pandori, ma anche un organico di debuttanti e sconosciuti destinato ad essere spazzato via un po’ come l’Osella nei GP di automobilismo, dopo che si erano scaldati i motori.
In panchina sedeva Gigi Delneri, tecnico che aveva già mostrato un’idea di buon calcio in serie B, ma ancora ignoto alle grandi platee domenicali. Tra i calciatori, il più noto era sicuramente Eugenio Corini, regista che aveva anche giocato senza fortuna prima nella Juventus poi nella Sampdoria e che sembrava avviato sul viale di una carriera minore. L’unico straniero titolare era il brasiliano Luciano, all’epoca noto come Eriberto.
Pronti via, e alla prima giornata, il Chievo sbanca Firenze. Simone Perrotta apre le danze dopo 5’ e Marazzina le chiude nella ripresa. Stesso risultato anche nella seconda partita, vinta sul Bologna. Il Chievo è in testa alla classifica. Alla terza giornata, arriva il dazio da pagare, sotto forma di Juventus. Tuttavia non si tratta di una resa incondizionata, ma di un vibrante 3-2. Nelle giornate successive, il Chievo travolge il Piacenza e va a vincere ad Udine. A questo punto, l’attenzione della stampa diventa seria. La squadra gioca bene, Corini in mezzo al campo dimostra di essere il regista che aveva promesso di diventare, grazie a Manfredini e ed Eriberto, Delneri rilancia il gioco sulle fasce, affidate non a “esterni” di manovra ma a vere e proprie ali offensive; la squadra sa accorciarsi in difesa, crea molte occasioni e, soprattutto, segna. Anche Parma e Torino devono capitolare. Finchè, a novembre, non arriva il primo derby scaligero della serie A. E stavolta, tocca ai clivensi patire una sconfitta, per 3-2.
Ma il Chievo saprà procurarsi altre soddisfazioni, come la vittoria per 1-2 a San Siro, contro l’Inter, grazie alla quale la sorpassa in testa alla classifica.
Queste le formazioni scese in campo quel giorno:
INTER: Toldo, J. Zanetti, Sorondo, Cordoba, Gresko; Okan (16′ st Conceicao), Di Biagio, Farinos (31′ st Kallon), Guly (36′ pt Recoba; Vieri, Ronaldo. In panchina: Fontana, Seedorf, Emre, Ventola. Allenatore: Cuper
CHIEVO: Lupatelli; Moro, D’Angelo, D’Anna, Lanna; Eriberto, Perrotta, Corini, Manfredini (28′ st Barone); Corradi (46′ st Mayelè), Marazzina (41′ st F.Cossato). In panchina: Ambrosio, Lorenzi, Mayelè, Beghetto, Legrottaglie. Allenatore: Del Neri
RETI: 20′ pt Corradi, 25′ pt Vieri e 9′ st Marazzina.
Così Repubblica: “Bella partita, grande Chievo, l’Inter deve inchinarsi”. QUI, un breve video dei gol.
Il trionfo milanese sarà seguito dalla vittoria interna contro la Lazio. Alla fine del girone d’andata, la classifica vede il Chievo ai primi posti in classifica e in piena corsa per l’Europa.
E’ solo a questo punto, dopo il tranquillizzante giro di boa, che la squadra abbasserà i ritmi. Il girone di ritorno fu regolare ma senza picchi di vittorie clamorose, seppure il Chievo avrà comunque modo di godersi la vittoria nel derby di ritorno. Nel mese di marzo, la squadra fu profondamente scossa dalla tragedia di Jason Mayele, sfortunato giocatore, vittima di un incidente stradale.
A fine stagione l’impresa arrivò comunque e fu doppia: non solo la salvezza, ma addirittura l’Europa, in formato Coppa Uefa, con la conquista del quinto posto. Il bilancio finale fu di 54 punti (14 gare vinte, 12 pareggiate e 8 perse; 57 gol messi a segno e 52 subiti)[.
Da allora, il Chievo, se si eccettua una retrocessione con pronta risalita, è stato ospite fisso della Serie A. E quest’anno si avvia a vivere la tredicesima stagione. Non male per degli “asini volanti”.