E’ stato uno dei più talentuosi giocatori inglesi degli ultimi 30 anni. Ma non ha saputo amministrare bene il suo genio calcistico, sperperandolo prevalentemente a causa della bottiglia. Paul “Gazza” Gascoigne ultimamente – per non dire da troppo tempo ormai – sta facendo parlare di sé solo per le tantissime disavventure legate all’alcol. Del campione restano tanti bei ricordi. L’uomo, pur attaccato con le unghie alla Vita, ha bisogno ancora di aiuto. Un aiuto che ha sempre accolto dagli altri ma che ha poi puntualmente deluso. Ce la farà il mitico Gazza ? Ritratto di un genio, ma solo con il pallone tra i piedi.
Paul Gascoigne è nato a Dunston, vicino Gateshead (Inghilterra) nel 1967. Già all’età di 10 anni, a causa di nefasti eventi familiari e non, è costretto ad entrare in terapia. A 15, decide che diventare calciatore professionista potrebbe risolvere i problemi economici della sua famiglia e si mette d’impegno per riuscire. Il 13 aprile 1985 con la maglia del Newcastle, all’epoca guidato dal mitico Jack Charlton, che lo obbliga a curarsi maggiormente del suo peso. Centrocampista dal fisico solido, dotato di piedi educati ma anche di grande grinta nei contrasti, viene unanimemente acclamato tra i più talentuosi giovani inglesi del periodo. Le giocate spettacolari sul campo, unite ad un comportamento goliardico e spesso sopra le righe, contribuiscono a farne in breve un autentico personaggio. Personaggio da copertina, nel bene e nel male.
Comincia ad appassionarsi pericolosamente all’alcol: fa la conoscenza di colui che diventerà il “compagno di bevute”, Jimmy “Cinquepance” Gardner. Viene eletto PFA Young Player of the Year per l a stagione 1987-88, incluso inoltre anche nel Top 11 del campionato. Nell’estate 1988 si scatena l’interesse di altri club e, battendo la concorrenza del Manchester United, il Tottenham (che come Sir Alex Ferguson scrisse nella sua biografia, “costrinse” Gascoigne alla firma acquistando una casa per la sua famiglia) se lo porta a casa. Negli Spurs, grazie alla guida di Venables, diventa un giocatore importante. Nel settembre dello stesso anno viene convocato per la prima volta nella Nazionale maggiore da Sir Bobby Robson per l’amichevole contro la Danimarca. Sarà la prima di 57 presenze (10 reti) nell’arco di un decennio. Ai Mondiali di Italia ’90 è tra i migliori giocatori del torneo, facendosi finalmente conoscere anche fuori dal Regno Unito.
Proprio in Italia approda alla Lazio dopo un trasferimento nato sotto i peggiori auspici: nella finale di FA Cup 1991 contro il Nottingham Forest si infortuna gravemente al ginocchio destro, rompendosi i legamenti crociati, a contratto già firmato. Impiega tutta la stagione 1991-92 per recuperare dall’infortunio, giocandosi così la possibilità di prendere parte all’Euro 1992 in Svezia.
I numerosi mesi di assenza forzata dal campo facilitano i suoi vizi. La parentesi laziale, seppur nobilitata da alcune perle calcistiche, è segnata indelebilmente da un Gascoigne spesso sovrappeso.
Chi pensa che abbia irrimediabilmente imboccato la parabola discendente, deve ricredersi quando Gazza si lega alla maglia dei Rangers Glasgow. Tra il 1995 ed il 1998 realizza ben 30 reti in 74 partite, regalando autentiche prodezze nel periodo di dominio scozzese del club. Nel 1996 è grande protagonista all’Europeo casalingo: Gazza fa impazzire il mondo con la superba rete alla Scozia, conclusa con il famoso festeggiamento sull’erba di Wembley.
Il periodo a Glasgow non è tutto rose e fiori: si fa notare anche in Scozia per alcune intemperanze. Prima di lasciare i Rangers vive la delusione della mancata chiamata per il Mondiale di Francia ’98. Il C.T. Glenn Hoddle lo chiama nel listone dei preconvocati ma non lo conferma nei 22. In seguito inanella un discreto periodo al Middlesbrough, e le comparsate con Everton, Burnley, addirittura in Cina al Gansu Tianma ed in America con i Boston United.
Il suo dopo carriera è arcinoto. L’unica parte “normale” è il brevissimo tentativo come allenatore nel Kettering Town. E’ meglio non trasformare queste ultime righe in un lunghissimo elenco di disavventure, soprattutto legate all’alcol e all’ex moglie Sheryl.
Ci auguriamo tutti quanti che il mitico Gazza venga in qualche modo trascinato fuori dal suo personale tunnel, prima che sia troppo tardi.