Home » La partita di… Adolfo Iacomino

Un derby non può mai considerarsi semplicemente una partita. Se poi parliamo della stracittadina capitolina, il termine “partita” assume un aspetto veramente troppo riduttivo. Roma-Lazio del 29 aprile 2001 è stato uno di quei classici incontri sconsigliati per i deboli di cuore. Una sfida andata ben oltre i novanta minuti di gioco, che rimarrà per sempre negli annali del calcio italiano.

L’inizio del nuovo millennio è coinciso con l’ascesa ai massimi livelli calcistici delle due squadre della capitale. La Lazio, nell’anno del suo centenario, ha centrato l’obbiettivo scudetto, grazie alla sconfitta della Juventus sull’infame campo di Perugia nell’ultima giornata. Tralasciando le infinite proteste che si sono succedute, la squadra di Sven-Göran Eriksson aveva espresso veramente un bel calcio ed era tornata finalmente ai vertici del calcio nazionale e internazionale. Tantissimi i nomi importanti, quando la Serie A… era Serie A.

fabio capello romaNella sponda opposta del Tevere, invece, la Roma di Fabio Capello gettava le basi per la stagione perfetta che sarebbe arrivata l’anno dopo con una cavalcata fantastica. La stagione seguente, infatti, vide protagonisti assoluti i giallorossi grazie soprattutto agli innesti di Batistuta, Emerson e Samuel. La squadra di Capello nella stagione 2000/01 ebbe una partenza fulminea e perfetta, concludendo il girone d’andata al primo posto. Nella Lazio, intanto, ci fu il cambio di panchina proprio a gennaio con l’arrivo di Dino Zoff come nuovo allenatore.

Dino Zoff LazioParlando di quella stagione in particolare, il derby d’andata termino 0 a 1 per la Roma, grazie a un clamoroso autogol di Paolo Negro. Il club del patron Sensi, insomma, andava a gonfie vele, in concomitanza con l’entrata in borsa della società. Ma proprio quando tutto lasciava presagire ad una facile vittoria del campionato ecco arrivare il mese di aprile, il mese del derby, il mese decisivo che in realtà durò fino al 6 maggio con lo scontro diretto contro la Juventus. Un mese travagliato, in cui la Roma ebbe una leggera flessione perdendo con la Fiorentina e pareggiando con il Perugia. Un mese che riaccese le speranze delle inseguitrici che grazie ai passi falsi dei giallorossi si riavvicinarono alla vetta della classifica.

In quel fatidico mese, il sottoscritto ebbe in regalo da suo zio (Giampiero) un biglietto proprio per quel Roma-Lazio atteso da tutti e addirittura in tribuna Monte Mario. Avevo quasi quindici anni, allora, e fu il regalo più bello che avessi mai ricevuto: la mia prima partita ufficiale in uno stadio di Seria A. Partimmo da Terracina appena dopo pranzo e durante il viaggio, con a bordo altri amici di mio zio, ascoltammo la radio su “Tutto il calcio, minuto per minuto” della Rai. Era tutto quasi surreale, come il ricordo di aver giocato una schedina pazza “invocata” come certa dal mago della trasmissione di TMC “Goleada“. Incredibilmente uscirono tutti i risultati, tranne la vittoria della Juventus che pareggiò contro il Lecce 1-1 sbagliando un rigore al 42′ con Inzaghi.

Tutto surreale, dicevamo, come il fatto che il sottoscritto non era né di fede biancazzurra né di fede giallorossa; tutto questo rendeva ancora più entusiasmante la giornata. Entrammo allo stadio un’ora prima e quella sensazione incredibile che provai appena ebbi la visuale intera dello stadio davanti ai miei occhi, non la saprei descrivere a parole. Una dimensione nuova, dalla quale mi feci avvolgere completamente.

roma-lazio 2001 curva sudMentre lo stadio si riempiva poco a poco, iniziarono gli sfottò tra le due curve, un ping-pong di risposte quasi in contemporanea che mi lasciò a bocca aperta. Arrivato il momento dell’ingresso in campo delle squadre, l’atmosfera era emozionantissima e sulle note dell’inno giallorosso si composero le coreografie delle curve. La Sud romanista, coloritissima, formò un prato enorme con ai lati i colori del club. Centinaia di palloni scesero dalla parte superiore rimbalzando sulla parte verde con lo striscione sottostante “Prendiamoli a Pallonate“.  curva nord Lazio derby 2001Molto secca e diretta, invece, la risposta della Nord laziale che con un gioco di casacche formò la scritta “Roma Merda” e in aggiunta sul cartellone lo striscione “AS“; gesto che suscitò non poche polemiche in seguito.

Il calcio d’inizio della partita ricordo di non averlo neanche visto, talmente ero affascinato da tutto l’ambiente che mi circondava. Il primo tempo in realtà non fu tanto divertente, con le squadre in fase di studio e attente a non commettere errori che avrebbero potuto decidere l’incontro. Queste erano le super formazioni in campo: ROMA (4-3-3) – Antonioli, Zebina, Samuel, Aldair, Cafu, Tommasi, Zanetti (42′ st Guigou), Candela, Totti, Batistuta, Delvecchio (48′ st Mangone). Allenatore: Capello. LAZIO (4-5-1) – Peruzzi, Pancaro, Nesta, Mihajlovic, Favalli, Poborski (19′ st Castroman), Baronio (1′ st Stankovic), D. Baggio, Simeone (10′ st Lopez), Nedved, Crespo. Allenatore: Zoff.

Batistuta romaIl primo tempo terminò a reti inviolate, con alcune buone azioni per entrambi gli schieramenti. Ma è nella seconda frazione che si accese finalmente la partita; Marco Del Vecchio salì in cattedra come in ogni derby e in azione solitaria sulla fascia mise al centro un pallone delizioso sul quale si avventò Batistuta che, con una zampata al volo di esterno, insaccò il pallone nell’angoletto basso. L’Olimpico esplose letteralmente e in quel preciso istante, in quella frazione di secondo che precedette il gol, ricordo di essere stato risucchiato come da un silenzio surreale che racchiuse tutti i suoni. Quel centesimo di secondo che precede il boato, in cui prendi coscienza di ciò che sta accadendo.

Delvecchio-Roma1Olimpico giallorosso in festa e Lazio che accusava il colpo. All’improvviso Cristiano Zanetti, illuminato da chissà quale luce, lanciò un pallone da centrocampo per Del Vecchio in area che manco a dirlo, quasi in spaccata sta volta, trafisse nuovamente Peruzzi per il suo settimo gol personale contro la Lazio. Uno dei miei idoli calcistici, Marco Del Vecchio, proprio lui avevq segnato nella mia prima partita in uno stadio di Serie A. Era il massimo per me. Lo stadio in delirio e le espressioni di gioia di quei momenti resteranno indelebili nella mia mente, come quello che stava per accadere di lì a poco.

Nedved LazioLa Lazio Campione d’Italia in carica dopo l’uno-due giallorosso riuscì a portarsi in avanti con caparbietà reagendo in maniera insospettabile negli ultimi quindici minuti di partita. Al 30′ la tensione arrivo alle stelle e Antonioli cominciò a fare i primi miracoli specialmente in uscita su Crespo. Ma al 77′ Nedved, approfittando di una respinta della difesa romanista, fece partire un siluro che si insaccò in maniera violentissima sotto la traversa. 2-1, partita riaperta e scambio di umori tra le due tifoserie. Qualcuno cominciò a fare tutti gli scongiuri possibili, lo ricordo bene, ma a nulla servirono perché nonostante i ripetuti attacchi della Roma i calciatori biancazzurri sembravano più freschi, più grintosi, ci credevano di più insomma.

Gol Castromán Roma-Lazio 2-2 2001Lo scacco matto della gara fu l’ingresso in campo dell’argentino Lucas Castromán che diede vigore al centrocampo laziale. Proprio lui, sullo scadere dei 5 minuti di recupero fece partire quel missile terra-aria, secco e deciso, che si infilò in maniera chirurgica nell’unico spazio disponibile per segnare. Estasi della Curva Nord e incredulità generale in tutto lo stadio. Stavo assistendo dal vivo a qualcosa di storico, un pareggio incredibile di cui se ne sarebbe parlato in futuro, come sto facendo ora.

Uscimmo dallo stadio quasi in silenzio, storditi da quello che era successo. Il mio volto era un incrocio tra stupore e gioia; quattro gol stupendi, un pareggio rocambolesco tra le squadre più in forma del momento, cosa potevo chiedere di più? Niente, perché in quel momento preciso presi coscienza di essermi innamorato per sempre della magia dello stadio Olimpico di Roma.

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