Rugby: riepilogo dei Test Match di giugno

È stato un giugno impegnativo per il rugby union, con molti test match e tante buone indicazioni. Riepilogarli è difficile, trattasi di un’operazione che sottintende un certo grado di sintesi, ma aiuta a capire cosa è successo nei vari campi in cui si è giocato, soprattutto nell’Emisfero Sud.

Nel dettaglio, non possiamo che partire dall’Italia. La nazionale guidata da Brunel ha proposto un rugby effettivamente poco piacevole, a livello e di stile e di risultato. 3 sconfitte in altrettante uscite sono un discreto campanello d’allarme, nonostante la fragilità del XV azzurro lontano dalla penisola non faccia davvero notizia.

Inizialmente, il ko con il Sud Africa ha colpito gli azzurri ha stordito soprattutto per il primo parziale. Nella seconda uscita, l’Italia ha perso malamente contro Samoa, un avversario certo in forma ma tecnicamente non così superiore. Ad esser franchi, quella del Mbombela Stadium (Nelspruit) è stata una vera debacle, sul piano del gioco come della concretezza. Dinnanzi alla potenza fisica e alla freschezza atletica dei samoani, gli italiani sono stati inghiottiti fino al 39-10 finale, punizione preoccupante soprattutto per via di un linguaggio del corpo già arrendevole nel primo tempo. Il quadrangolare sudafricano si è chiuso, per i nostri colori, con la sconfitta stavolta di misura contro la Scozia, nella finale 3°/4° posto: 29-30 con meta dell’ultimo istante firmata Strokosch. Quasi vittoria che non mitiga il giudizio, fortemente negativo, sotteso a questa avventura azzurra, mentre i punti interrogativi in vista del prossimo Sei Nazioni iniziano a crescere. La domanda è sempre la stessa: come si fa lontani da casa, lontani dall’effetto Olimpico?

Il resto delle partite del Sud Africa regala ciò che si poteva prevedere: Springboks concreti, abili a sfruttare il fattore campo, piano piano più strutturati e pronti per il prossimo Rugby Championship. Samoa più che discreta, forse azzoppata dalla mancata partecipazione agli annuali tornei per i top team, Scozia altalenante e fragile nonostante l’ottima figura fatta a tratti contro i padroni di casa.

Foto All Blacks

Allargando lo sguardo, un occhio alla cartina e dito puntato sulla Nuova Zelanda. Qui, mentre il vicino di casa australiano combatteva contro i British and Irish Lions, gli All Blacks si godevano il loro momento di forma, quel periodo grintoso che dura da anni. Nella serie contro la Francia, in verità, i neozelandesi godevano del favore del pronostico, ma nonostante alcune incertezze la sensazione è ancora quella della quasi imbattibilità. Pure quando il gioco non c’è (vedi primo test), serve una prova maiuscola per batterli: loro devono essere al minimo, gli avversari al massimo. Condizione non soddisfatta dalla Francia, pasticciona e confusionaria in un’era Saint-André che fatica a trovare senso. Particolarmente devastante è il secondo ko: 30-0 al Rugby League Park di Christchurch. Gli All Blacks, pur lontani dalla perfezione e dai fasti registrati (anche) di recente, sono sempre sul pezzo e non tradiscono.

Tour e test delle altre big europee (Irlanda, Inghilterra e Galles) vanno giudicati senza perdere di vista un fattore chiave: l’assenza dei migliori talenti, che sono volati per l’Australia con i Lions. Senza i loro uomini simbolo, per carisma e importanza nel gioco, queste tre nazionali sono state protagonista di gesta dalle alterne fortune, sempre nell’ambito di risultati da accettare con riserva.

L’Irlanda è volata per gli Stati Uniti, terra nella quale il rugby union prova ad espandersi. C’è il progetto di selezionare il meglio di quei fantastici atleti che giocano a football americano nei licei e nelle università ma non raggiungono la NFL, farne dei rugbisti e spingere il movimento alla crescita. Progetto lungo, dagli esiti incerti ma significativo dell’interesse crescente, dalla costa atlantica a quella pacifica, per questo sport. Frattanto, gli USA hanno perso 12-15 contro l’Irlanda, davanti ai 20mila di Houston. Poco dopo, i verdi passavano 14-40 a Toronto, con il Canada.

Foto USA Rugby

Tour infine positivo per l’Inghilterra, che priva dei suoi migliori elementi ha affrontato a più ripresa un’Argentina invero sperimentale. 3-32 nel primo incontro, davanti ai 20mila dell’Estadio Padre Ernesto Martearena (Salta), 26-51 poco dopo in quel di Buenos Aires. Una vittoria e una sconfitta infine per il Galles, che ha impattato la serie in Giappone (1-1).

In attesa che si completi l’interessantissima serie fra Australia e British and Irish Lions, ecco l’elenco dei principali test giocati nell’ultimo periodo. Tempo di mete, fatica, sudore, esperimenti, risultati e bilanci.

Summer Internationals – Risultati

Inghilterra-Barbarians 40-12
British and Irish Lions-Barbarians 59-8
South American XV-Inghilterra 21-41
Giappone-Galles 18-22 (0-1 nella serie)
Nuova Zelanda-Francia 23-13 (1-0 nella serie)
Argentina-Inghilterra 3-32 (0-1 nella serie)
Stati Uniti-Irlanda 12-15
Blues (Nuova Zelanda)-Francia 15-38
Fiji-Classic All Blacks 33-14
Giappone-Galles 23-8 (1-1 nella serie)
Nuova Zelanda-Francia 30-0 (2-0 nella serie)
Argentina-Inghilterra 26-51 (0-2 nella serie)
Canada-Irlanda 14-40
Nuova Zelanda-Francia 24-9 (3-0 nella serie)
Australia-British and Irish Lions 21-23 (0-1 nella serie)
Argentina-Georgia 29-18
Samoa-Scozia 27-17
Sud Africa-Italia 44-10
Samoa-Italia 39-10
Sud Africa-Scozia 30-17
Scozia-Italia 30-29 
Sud Africa-Samoa 56-23