Storie di Provincia: la rimonta del Venezia di Recoba
All’indomani del Mondiale francese, che ha visto la consacrazione di Zidane, la stagione 1998-99 si presenta illuminata da un firmamento di stelle (che vanno dallo stesso Zidane a Ronaldo, da Batistuta a Boksic e Crespo) e pronta ad assistere all’ascesa della Lazio di Cragnotti e del Parma di Tanzi. La Roma di Zeman e il Milan di Zaccheroni si propongono come ulteriori protagoniste, ma è la Fiorentina di Trapattoni a partire forte, mentre stentano la Juventus e l’Inter.
In fondo alla classifica, dopo cinque giornate, si stacca il Venezia di Novellino, appena riapparso in serie A dopo un’assenza durata trent’anni.
La squadra del presidente Zamparini sembra costituire la classica squadra di passaggio, da ricordare per l’originale casacca arancioneroverde, per aver rammentato l’idea che anche in laguna si possa giocare a football e per qualche giocatore pletorico come il nigeriano Zeigbo.
Eppure la squadra annovera molti onesti mestieranti, dal portiere Massimo Taibi ai difensori Carnasciali, Bilica e Luppi. A centrocampo schiera il buon vecchio mastino Iachini, accanto al regista Volpi, mentre davanti Pippo Maniero e Stefan Schwoch avrebbero le credenziali per garantire quel quorum di reti necessario a competere per la savezza. Ma il bilancio iniziale è impietoso: cinque partite, zero gol fatti, un solo punto.
Finché, allo storico stadio “Penzo” non arriva la rombante Lazio di Eriksson e il brasiliano Tuta decide di svestire la maglia del carneade per indossare quella del goleador: vantaggio iniziale dopo pochi minuti, bissato poi da Pedone e primi tre punti conquistati.
Il Presidente Zamparini (che per una volta si era trattenuto dal mangiarsi l’allenatore) e il Direttore Marotta sentono che qualcosa sta cambiando e che è ancora possibile giocarsi la salvezza, a patto di pescare la carta giusta nel mazzo di Natale. Il Jolly che premia l’audacia si chiama Alvaro “El Chino” Recoba, talento mancino che aveva esordito in nerazzurro nella stagione precedente contro il Brescia, quando alla prima di campionato, mentre tutti attendevano il botto del Fenomeno Ronaldo, subentrò a Ganz e risolse la partita con un memorabile siluro dalla distanza, bissato da una punizione spettacolare sotto l’incrocio. Poi, un gol quasi da centrocampo all’Empoli e tanta panchina, chiuso dall’illustre nomenklatura di corte. “El Chino” giocherà in laguna le tredici migliori partite della propria carriera, vivendo una mezza stagione da Pallone d’Oro.
Ma prima dell’esplosione di Recoba, il 24 gennaio, durante la partita con il Bari, successe il fattaccio che scosse l’opinione pubblica. A pochi minuti dal termine, è di nuovo protagonista il brasiliano Tuta, che insacca nella sfida salvezza il pallone del 2-1 e anziché essere festeggiato dai compagni, tranne che dal connazionale Fabio Bilica, si ritrova intorno i volti angustiati dei compagni e quelli inferociti dei galletti baresi. Nessuna luce chiarì quell’episodio e ancora oggi resta come unica spiegazione quella data da Pippo Maniero (“Non è vero che non fossi contento. La mia è stata un’esultanza interiore”).
L’avventura di Tuta finì di fatto quel giorno, mentre iniziava quella di Recoba: prima vittima la Roma di Zeman, cui rifilò il primo dei tre gol finiti sul groppone giallorosso. Recoba dribbla senza ritegno, tira dalla distanza e appoggia di misura, tanto da fermo quanto in movimento. Manda in gol Maniero e segna anche lui con sfrontata disinvoltura, dapprima un gol all’Udinese, poi ben tre alla Fiorentina. E non manca di apporre il sigillo nella sfida salvezza contro il Cagliari.
A fine stagione, Recoba e Maniero mettono nel sacco insieme 23 gol. Ben 11, in 13 partite, le perle di Recoba.
La salvezza matematica arriva alla penultima di campionato, ospite proprio l’Inter, che si ritrova a mangiarsi il fegato (alla veneziana) per non aver trattenuto in casa l’uruguagio, capitolando 3-1sotto i colpi della coppia arancioneroverde.
Dopo diciannove secondi, Recoba appoggia l’assist per il primo gol di Volpi, dopo 3 minuti, segna su punizione.
Queste, le squadre in campo:
Venezia: Taibi, Carnasciali, Bilica, Luppi, Dal Canto, Pedone (46′ st Pistone), Miceli, Volpi, Valtolina (14′ st Marangon ), Recoba (24′ st Tuta ), Maniero. Allenatore: Walter Novellino.
Inter: Frey, Bergomi, West, Silvestre (22′ st Ventola), Zanetti, Simeone, Ze Elias, Cauet (31′ st Milanese), R. Baggio, Djorkaeff, Ronaldo. Allenatore: Roy Hodgson.
Qui, le immagini della partita.
Una stagione memorabile quella vissuta in laguna, densa di episodi da ricordare. Come la performance del difensore Fabio Bilica, costretto ad improvvisarsi portiere e capace di parare un rigore ad Andry Shevchenko.
Nel video, i gol di Recoba, durante quella stagione.