L’attesa era tanta dopo tanta sofferenza nello scegliere il nuovo tecnico giallorosso, una folla gremita e tante domande ad attendere Rudi Garcia che poco fa si è presentato di fronte alla sua nuova città e ai suoi nuovi tifosi, ansiosi di sentire per la prima volta le parole del tecnico francese. Dopo le parole introduttive del CEO Italo Zanzi, spazio alle domande e, soprattutto, alle risposte di Rudi Garcia che afferma “non ho paura di niente, sono qui per far vincere la squadra e divertire i tifosi“.
Interpellato su Totti e De Rossi il nuovo tecnico non si fa pregare nell’affermare la loro importanza dentro come fuori dal campo, ma si dice ansioso di conoscere meglio tutti i giocatori in rosa. Sul portiere, argomento delicato, Garcia è subito chiaro: “Per una grande squadra ci vuole un portiere molto forte e noi lo stiamo cercando“.
Il progetto di Garcia è chiaro e non ascia spazio a fraintendimenti: “Ho già mandato un messaggio ai giocatori – continua il tecnico ex-Lilla – per dirgli che sono il loro nuovo allenatore e che lavoreremo, e lavoreremo duro“. “Io penso che alla Roma ci sia una rosa di qualità – afferma Garcia – l’obiettivo è tornare all’Europa; ora voglio conoscere tutti e poi in caso migliorare la rosa”
Declinando ogni discorso sui singoli, come il destino di De Rossi e Osvaldo, il tecnico tiene a precisare che “si sta lavorando con Sabatini ma vi diremo in seguito di più” e sui possibili acquisti e cessioni continua: “tutte le decisioni che prenderemo saranno prese insieme, nessuno verrà senza la mia approvazione“.
Le domande continuano a susseguirsi spinte dalla brama di notizie che hanno i tanti giornalisti e che incalzano il nuovo tecnico sul fatto che le sue squadre iniziano a rilento per finire bene: “Un po il nostro marchio di fabbrica – risponde Rudi Garcia -, ma abbiamo dimostrato di aver fatto bene“. E sul modulo non ha dubbi: “La mia filosofia di gioco non cambierà; per fare bene bisogna fare un gol più dell’avversario, ma per vincere a livelli alti bisogna stare molto attenti anche in fase difensiva“.
Si passa poi al programma di lavoro e a cosa intenda per lavoro duro: “Sto lavorando sulla composizione dello staff tecnico, ci saranno preparatori e allenatori italiani e francesi che lavoreranno molto bene insieme; io so allenare la mia squadra, lasciatemi vivere con i giocatori e preoccupatevi soltanto dei miei risultati“, un’affermazione senz’altro dura e decisa, ma anche ricca di personalità; e a chi gli chiede se non si senta una soluzione di ripiego dopo gli avvicinamenti della società capitolina a Mazzarri e Allegri, risponde: “La cosa più importante non è di essere il primo tra i primi, ma quella di lavorare bene e vincere“.
C’è spazio, infine, anche per una battuta per una domanda rivoltagli in francese: “Come si dice, questa lingua mi ricorda qualcosa…“. e conclude ribadendo: “La cosa più importante è che la mia società ottenga qualcosa, e vinca qualcosa“.
In chiusura incalzato sulla sua personalità afferma: “Un aggettivo per descriversi? Ambizioso!“, di certo un ottima partenza per una piazza difficile come Roma. Un taglio di netto con il passato, l’ennesimo, che fa ben sperare per il presente e per il futuro di questa Roma; l’importante è che la linfa rigenerata da questa nuova pagina giallorossa non si perda per strada tra polemiche e politiche che poco hanno a che vedere con il gioco del calcio.