Per il commissario tecnico del Giappone Alberto Zaccheroni quella contro l’Italia non sarà certamente una partita come le altre. Partito dalla sua Romagna in cerca di fortuna nel paese del Sol Levante, l’ex allenatore di Milan e Inter è diventato un vero e proprio idolo tra i tifosi dei Samurai Blu, conducendo con la forza del lavoro e dell’impegno i suoi calciatori al raggiungimento di traguardi importanti.
La vittoria nella Coppa d’Asia e la qualificazione anticipata ai Mondiali del 2014 con diversi turni d’anticipo sono solo alcuni degli ultimi trionfi conseguiti dalla sua Nazionale; un mondo completamente diverso quello giapponese, non solo calcisticamente parlando, al quale Zac sembra essersi adattato pur con le ovvie difficoltà iniziali.
“Per me non è una partita come tante. Quando ho iniziato a fare l’allenatore ho immaginato di tutto tranne che una partita contro l’Italia, e poi in un torneo così prestigioso. La mia squadra ha fatto molto bene sinora, abbiamo vinto l’Asian Cup, ci siamo qualificati al prossimo Mondiale. Ora vogliamo fare esperienza internazionale, crescere ancora. Entro un anno non saremo in grado di giocarcela alla pari con i migliori, ma vogliamo ridurre il gap. Questa per il Giappone è una grande opportunità“, ha detto il CT nipponico nella presentazione della sfida di Recife.
Sulla crescita e sul modo di giocare della sua squadra Zaccheroni è molto chiaro: “In Asia c’è una cultura calcistica figlia più del calcio sudamericano che di quello europeo. C’è una grande scuola, a livello universitario. I giovani vanno subito in prima squadra, senza passare dal settore giovanile. C’è grande applicazione, rispetto delle regole, in campo i giocatori collaborano. Erano già ad un buonissimo livello prima che arrivassi io in panchina. Ho trovato un ambiente straordinario per fare calcio. Lo stadio è sempre piano: donne, bambini…Io cerco di far aumentare il coraggio, contro le squadre più forti“.