Continua il nostro viaggio alla scoperta degli incubi dei tifosi, un modo simpatico per prendersi in giro e ridere insieme delle paure recondite di ogni squadra. Nonostante i due scudetti consecutivi in casa Juventus c’è chi ancora porta con se degli strascichi paurosi di brutti sogni a occhi aperti.
In queste righe abbiamo deciso di provare a racchiudere i dieci incubi che il tifoso della Juventus non vorrebbe mai più vivere:
10 – I “vuoti d’aria” di Bonucci: quando l’azione parte dalla difesa sono due le cose che succedono; o la palla passa al centrocampo che imposta la manovra o finisce tra i piedi “delicati” di Bonucci. Leonardo da Viterbo è noto per le sue idee brillanti che si concludono quasi sempre con un lancio lungo (sbagliato) per gli attaccanti che ormai conoscono il soggetto e fanno finta di correre per poi applaudire l’idea del compagno con la faccia alla Bruce Harper di Holly e Benji. Oppure i clamorosi “vuoti d’aria” che affliggono il difensore ex Bari quando deve difendere un attacco avversario; gira voce che alcuni settori dello Juventus Stadium siano stati muniti di sacchetti usa e getta per il vomito a salvaguardia dei tifosi che soffrono di nausea d’alta quota. Turbolento.
9 – Il naso di Chiellini: corre, salta, scivola, recupera, cade, subisce 343 micro fratture a partita, sanguina, bestemmia in toscano, a volte segna e soprattutto fa paura. Sì, stiamo parlando di quel Nasone di Giorgio Chiellini. Non del difensore in sé, ma proprio del suo naso. L’amuleto e talismano del King-Kong di Pisa è ormai diventato leggendario, un simbolo per i coraggiosi, uno schifo per chi siede in quei settori dove ci sono i sacchetti di cui sopra. Se non è un incubo quel naso, lo è almeno la sua faccia in balia della fatica e del sudore. Spaventoso.
8 – Le conferenze “agghiacciandi” di Conte: oltre a essere sempre colorite e singolari, le conferenze di “Andonio Gonde” sono diventate ormai pane quotidiano per comici di ogni genere. Memorabile l’imitazione di Crozza nella conferenza dopo la squalifica che ha incastonato nella storia i difetti di pronuncia del salentino, ma ormai anche il popolo della rete ha sposato la causa “Gonde” con infernali giri di parole degne del miglior illusionista. Una specie di ossessione da rinfacciare e proporre di continuo ai tifosi bianconeri come in un brutto sogno. Miti e leggende, poi, si susseguono sulla provenienza felina dei suoi capelli; tutti lo sanno e anche lui, da quando si è seduto sulla panchina della Juventus in Serie A non c’è più stata “trippa per gatti”… e te credo!! AgghiaccianDe.
7 – Le frasi “fatte” di Lapo: “Mio nonno ha fatto l’Italia e la storia della Juve (io, forse, mi sono fatto qualcos’altro… ndr). È difficile ora per noi nipoti. Ci tocca pedalare! Ma ne sono fiero, orgoglioso”. (?). Ditemi voi se uno deve ridere o deve piangere dopo queste frasi a “effetto“. Lapo Elkann ha la capacità di barcamenarsi in discorsi assurdi rendendoli di una banalità disarmante: “La Fiat deve tornare a essere una macchina – mi si passi il termine – figa”. Non capisce un tubo di calcio e si diletta a sparare frasi “fatte” che mettono in dubbio la sua lucidità. Addirittura ultimamente ha cercato di pubblicizzare la sua nuova linea di occhiali da sole attraverso i calciatori della Juve, creando così un personaggio allegorico convinto di portare fortuna, ma che in realtà è peggio di un gatto nero che ti attraversa la strada… molto probabilmente lo stesso di Conte. Allucinante.
6 – Le idee geniali in attacco: molto spesso mi chiedo se lo fanno apposta o se gli allenamenti degli attaccanti juventini siano svolti di notte, senza luci. Triangolazioni improbabili che spesso finiscono tra i piedi del difensore di turno, tiri al bersaglio contro i cartelloni pubblicitari, lisci clamorosi e gol mangiati a tu per tu con il portiere sono ormai diventate una specialità per le punte bianconere di queste ultime stagioni. Non a caso, l’elevato numero di gol messi a segno dai centrocampisti è una prova schiacciante che in attacco si sentono tutti dei geni. Geni incompresi, naturalmente, come Vučinić, Matri, Quagliarella ma aggiungerei anche Amauri, Iaquinta e Borriello. Tante prime donne che in coro sono spesso fuori tempo e in assolo orrendamente stonate. Il famoso “Top Player”, la Star, l’animale da palco che tutti aspettano ha assunto i volti più improbabili in questi anni, agitando le notti di molti tifosi. Geniale.
5 – Gli acquisti incomprensibili: a proposito di acquisti e “Top Player” come non approfondire questo aspetto terrorizzante in casa Juve. Credo che l’unico che ha capito gli acquisti di Bendtner e Anelka sia stato Marotta. Una, anzi, due spese inutili. La prima in estate e la seconda a gennaio per ampliare il parco attaccanti. Bene. A me sono sembrati più “Babbala e il ragazzo idiota” della serie di Maccio Capatonda. Inutili, goffi e incomprensibili. Ma sono solo gli ultimi di una lunga serie cominciata da quella Juve di Del Neri (senza citare i disastri anteriori tipo ritorno di Cannavaro o Poulsen) che ha portato a Torino dei bidoni in serie numerata. Da Jorge Martínez a Marco Motta, da “brazzo” Salihamidžić al caso-Krasić (prima osannato come il nuovo Nedved e poi svenduto in Turchia), la coppia Diego-Tiago, fantasmi in bianconero e campioni europei con il biancorosso di Madrid, Grygera e infine Eljero Elia soprannominato dalla curva “machiè?”. Bidone.
4 – Il rapimento di Giovinco: prima o poi succederà sul serio, lo sento. Sebastian Giovinco rischia la vita tutti i giorni e neanche se ne rende conto. Diciamolo sinceramente, ogni tifoso lo ha sperato sul serio tutte le volte che si è mangiato un gol sotto porta. Il rapimento di Giovinco, in teoria, potrebbe avere due moventi: il primo legato al tifo, con sequestro negli spogliatoi, trasporto in uno zaino per gli striscioni di curva e detenzione nel frigorifero del club Juventus, e il secondo con uno sfondo stile “contrabbando di organi infantili in Cina”. Quindi occhio a non lasciarlo troppo solo nella prossima Supercoppa Italia che forse a sto giro ce lo giochiamo davvero. Atomico.
3- La Serie B: arrivati sul podio non poteva mancare certo lei, Miss Serie B. La sorella minore del Massimo campionato italiano (nel senso che si chiama Massimo di nome: Massimo Serie A) ha sempre incantato e soggiogato come le sirene di Ulisse le varie squadre approdate nei suoi mari oscuri. Con la Juventus e i sui tifosi invece si è trasformata in una Maga Circe capace di rendere tutti un po’ porci e un po’ rincoglioniti. Come una catapulta ha reso reali tutte le paure inconsce del tifoso medio juventino e nonostante gli anni passino, confermati dalle vittorie, c’è chi ancora sogna affannosamente di notte quel Rimini-Juventus 1-1 del 9 settembre 2006. Credo che la Serie B, ma più in generale la retrocessione, sia l’incubo più grande per qualsiasi tifoso di qualunque sport. Figuriamoci per chi ha sempre dominato le classifiche facendo storia e vantando proprio questo dato come un orgoglio. Si dice che alcuni famiglie di appassionati juventini abbiano proprio abolito la lettera “B” dall’alfabeto dei propri figli e proibito severamente il termine “Serie” fino al raggiungimento della maggiore età. Vietato.
2 – Ventotto, ventinove, trenta, trentuno… : più che un incubo direi che è diventata una sorta di ossessione. Sembra che qualcuno non riesca più ad arrivare in orario a lavoro per colpa di questo dilemma di fondamentale importanza: “Sono le 07.31 sig. Rossi!” “Ma il mio orologio fa le 07.29 Direttore” “Ci si mette anche lei? Per me sono 31 minuti sul campo di lavoro e lei è sempre in ritardo!!” Oppure dal gelataio: “Avete per caso 31 gelati uguali, di quelli confezionati, sa, ho una festa di bambini a casa..” “Signora mi dispiace ma ne restano solo 29” “Lei è per caso dell’Inter, vero?”. Addirittura pare che in alcuni locali Bingo gestiti da juventini il numero 29 quest’anno è stato sostituito con “31/s.c.”. Ironizzo, certo. E continuo a farlo dicendovi che non me ne frega un cavolo del numero preciso e che per me sono ventordici, preferisco ridere sentendo e leggendo tutte le discussioni su questo argomento, preferisco esultare invece di rimuginare, preferisco giocare invece di restare fermo a pensare. Preferisco guardare al presente e, perché no, allungare lo sguardo al futuro nel quale vedo almeno un trenta, poi un trentuno, poi un trentadue neanche troppo lontani. Forse surreali, ma allo stesso livello surreale di questi discorsi. Ossessionante.
1 – L’addio di Alessandro Del Piero: leggendo questa frase a tutti viene il groppo in gola. Chi vi scrive non ha dormito per alcuni giorni dopo quella fatale conferma di addio. La storia della Juventus, il simbolo che ha cresciuto una generazione intera è volato via lontano, forse con il suo uccellino di fiducia. Molte le lacrime, troppi i rimpianti. Ma se ci pensiamo bene prima o poi doveva succedere. Il primo posto di questa speciale classifica non poteva che andare al ricordo di capitan Alex che ha svegliato tutti gli amanti della Vecchia Signora da quel sogno di eternità in cui era collocato il ragazzo di Conegliano. Come un incubo ricorrente la linguaccia di Del Piero continua a svegliare di soprassalto i tifosi più suggestionabili. Secondo una statistica, nella stagione appena conclusa sono aumentati i pazienti in psicoanalisi, quasi tutti juventini sull’orlo di una crisi di nervi post-addio; solo sul finale sono stati raggiunti e sorpassati dagli interisti in depressione post-Strama. Un incubo che ha preso forme di espressione stranissime, dunque. Qualcuno spera ancora che questo si tramuti prima in un bel sogno e poi magari in realtà, qualsiasi realtà… ma questa è un’altra storia. Grazie.