Home » Porto, la bottega più cara del Mondo

In questi anni di crisi le difficoltà economiche e finanziarie delle squadre si sono fatte sentire anche nel calciomercato. I prezzi sono scesi, gli acquisti si fanno spesso cercando di inserire nelle trattative delle contropartite tecniche per alleviare l’impatto sulle casse della società e per perseguire quell’opera di sfoltimento della rosa che ogni estate si deve fare.

Tuttavia in questo mercato dove poche squadre fanno la voce grossa, ingaggiando top player a cifre da fantacalcio, c’è una società che si trova invece a dover soddisfare queste necessità altrui, intascando cifre folli per i propri talenti.

Nonostante la crisi mondiale infatti il Porto si conferma una vera e propria fabbrica di talenti da calciomercato. Ogni anno riesce a piazzare i propri campioni in giro per il Mondo senza tuttavia perdere di competitività e facendosi pagare con soldi liquidi reinvestibili quindi dalla società. Tutto questo è possibile grazie ad una grandissima attività di scouting nei campionati minori di moltissime nazioni e alla capacità poi del settore tecnico di sviluppate il talento dei giovani calciatori. Il capo degli osservatori è Rui Barros vecchia conoscenza del calcio italiano avendo giocato nella Juventus.

Si calcola che negli ultimi dieci anni il Porto sia riuscito ad intascare tramite le operazioni in uscita una cifra vicina ai 500 milioni di Euro. Ecco alcuni colpi sensazionali degli ultimi anni che hanno visto la società portoghese come protagonista:

J. Roudirguez al Monaco per 45 milioni

Hulk allo Zenit S. Petersburg per 40 milioni

R. Falcao al Atletico Madrid per 40 milioni

Pepe al Real Madrid per 30 milioni

L. Anderson al Manchester U. per 30 milioni

R. Carvalho al Chelsea per 30 milioni

J. Mouthino al Monaco per 25 milioni

R. Quaresma al Inter per 25 milioni

L. Lopez al Lione per 24 milioni

Bruno Alves allo Zenit S. Petersburg per 22 milioni

Di fatto il Porto è quindi una delle botteghe più costose del calcio mondiale dove i gioielli grezzi vengono elaborati e venduti a caro prezzo.  Per i Dragões insomma non esiste il concetto di giocatore incedibile, denotano quindi una vera e propria vocazione ed arte nel vendere e nel comprare. Lo dimostrano i risultati sia dal punto di vista sportivo che da quello economico.

Ci viene quindi normale chiederci se piuttosto di spendere certe cifre per i calciatori non sarebbe meglio investire sui loro osservatori? Altra domanda leggittima, ma tutti questi soldi incassati in questi anni, visto il loro mercato al risparmio, dove vanno a finire?