La Libreria di MP: “I Mondiali di Jules Rimet” di Alessandro Trisoglio
Pelé, Meazza, Carbajal, Gaetjens: molti uomini hanno impresso il proprio nome nella storia della Coppa Rimet, sogno di ogni giocatore tra 1930 e 1970.
Alessandro Trisoglio ripercorre nel dettaglio ogni edizione dei Mondiali, qualificazioni comprese: il lettore è guidato lungo tutto il percorso, grazie a tabellini e commenti presenti per ogni gara. Si parte con una doverosa introduzione su situazione calcistica prima del 1930 e organizzazione della Coppa Rimet, quindi viene concesso tutto lo spazio all’argomento principe.
Le edizioni tra le due guerre (1930, 1934 e 1938) hanno due protagoniste, Uruguay e soprattutto Italia. La competizione non gode ancora dell’attenzione di tutte le federazioni, spesso costrette alla rinuncia per motivi economici: sono perciò molte le nazionali che si rifiutano di partecipare – gli Azzurri non si presentano infatti in Sud America nel 1930, provocando l’identica reazione negli uruguaiani quattro anni dopo. Sono gli anni di campioni quali Andrade e Stábile, Meazza e Puč, Piola e Sárosi: fenomeni che segnano il definitivo passaggio dalla prospettiva dilettantistica a quella professionistica.
La Coppa Rimet si ferma fino al 1950. Dodici anni dopo si registrano diversi cambiamenti: Germania e Giappone non possono partecipare per via della guerra, ma soprattutto l’Inghilterra decide di venir meno al proprio isolazionismo sportivo aderendo alla manifestazione. Solleverà il trofeo l’Uruguay, trionfante nel celeberrimo Maracanaço. L’edizione del 1954 rappresenta un nuovo snodo fondamentale: l’Aranycsapat ungherese, dotata di una tecnica straordinaria, soccombe alla coriacea e organizzata Germania Ovest. Per la prima volta l’estro cede il passo alla preparazione fisica.
I Mondiali del 1958 vedono il Brasile finalmente campione del mondo; la generazione dei fenomeni verdeoro trionferà anche nel 1962, in un Mondiale fortemente caratterizzato dagli scontri in campo. Fare il nome di Pelé per eleggere il nome più rappresentativo sarebbe scontato, ma O Rei ha giocato solo due gare nel 1962: è Garrincha a essere ancor più decisivo. Nel 1966 si gioca in Inghilterra, patria degli inventori del calcio: Alf Ramsey guida alla vittoria i padroni di casa, forti di un’organizzazione di gioco superiore unita alla presenza di alcuni dei massimi campioni della storia inglese.
La Coppa Rimet nasce con una precisa consegna: chiunque fosse riuscito a vincerla per tre volte l’avrebbe avuta per sempre. Ironia della sorte, la finale del 1970 si gioca tra nazionali due volte campioni, Brasile e Italia. Trionferà l’estro sudamericano, ma la gioia sarà effimera: la coppa verrà trafugata dalla bacheca, sostituita da una copia.
“I Mondiali di Jules Rimet. La coppa del mondo 1930-1970” di Alessandro Trisoglio, Bradipolibri