La Sghimberla del lunedì – La mitologia nipponica (seconda puntata)

Eccoci al secondo appuntamento con la mitologia giapponese. Nella sghimberla della scorsa settimana, abbiamo definito i difensori e i centrocampisti con licenza di ripiegare (leggi qui la prima parte). Nonostante i giapponesi siano maestri di origami, infatti, nel cartone animato Holly e Benji per ripiegare occorre una speciale patente fornita soltanto ai centrocampisti più sfigati. Vediamo ora invece il reparto offensivo, quello che nel cartone dà le maggiori soddisfazioni, visto che le partite in genere terminano coi tipici punteggi dell’NBA.

 

I CENTROCAMPISTI OFFENSIVI. Questa categoria abbraccia circa il 98% dei centrocampisti, dunque cercheremo di riassumerla elencandone gli esponenti più rappresentativi. Il centrocampista per eccellenza, nonché supereroe del cartone, è Oliver Hutton, detto Holly (Roberto Baggio, detto Roby). Tecnicamente impareggiabile, dotato di grande grinta e dal tiro potente e preciso, Holly ha una caratteristica che lo rende amato da grandi e piccini: è perseguitato da una sfiga inumana. I suoi fragili arti si sbriciolano sulle miriametriche distese erbose giapponesi come grissini a contatto con il tonno di sottomarca, tanto che presto i medici gli consigliano di passare al bridge e lo spettatore s’attende che ogni contrasto sia quello fatale. Oltre a essere accompagnato e sostenuto da una tifoseria di nerd, Holly è segretamente innamorato di Patty (Platinette), che oltre a possedere una dubbia sessualità è anche un cesso epocale, tanto è vero che molti sospettano che il nomignolo Patty sia in realtà il diminutivo di Pattumiera.

Si sbriciola molto facilmente anche Julian Ross (Alexandre Pato), che oltre a essere l’unico calciatore pluri-infartuato del calcio mondiale è anche l’unico che nel cartone giapponese conosca la regola del fuorigioco, tanto che i teneri e ingenui avversari che finiscono caterve di volte in offside rimangono sconvolti ogni volta che l’arbitro fischia e si annusano interrogativi le ascelle cercando di capire dove hanno sbagliato. Julian è anche sempre accompagnato da una giovane manager biondina (Barbara Berlusconi), che poi, a un certo punto del cartone, sparisce inspiegabilmente. Ultimo, ma solo fra i più celebri, è il piccolo Danny Mellow (Sebastian Giovinco), centroqualcosa alto ottanta centimetri che ha la zeppola e frequenta la terza elementare, ma siccome è agile e tecnico diventa titolare in una squadra chiamata Muppet (il che fa già capire perché un bambino possa giocare in prima squadra). La somiglianza con Giovinco è data anche dal fatto che Danny non segna mai e che nessuno ha mai capito quale ruolo ricopra sul campo da calcio.

 

GLI ESTERNI. Le ali giapponesi sono tante e velocissime, e la più importante è certamente il mitico Ted Carter (Ronaldinho), numero sette che farebbe i cento metri in 10 secondi se solo il suo carico aerodinamico non fosse appesantito dalla presenza di una dentatura da ippopotamo che lo costringe a procedere a zigzag per evitare di ribaltarsi in corsa. Dall’altro lato agisce l’unico giocatore del cartone che venga doppiato da una donna, geniale mossa dei traduttori italiani che hanno così voluto meglio rendere la sua evidente metrosessualità. Si tratta di Tom Becker (David Beckham), calciatore tecnicamente molto valido, ma che predilige il gigioneggio alla sostanza e per questo motivo è decisivo come una pacca sulle spalle lo sarebbe per curare le emorroidi.

Una menzione speciale meritano, però, gli impareggiabili gemelli James & Jason Derrick (Frank e Ronald De Boer). Dotati entrambi di un nome da maggiordomo e di un cognome da ispettore con la parrucca, li potete trovare in vari video dei Jackass, dove si gettano dal Gran Sasso cantando “O Susanna”, oppure si radono il pube con un taser. I gemelli Derrick hanno inventato la catapulta infernale, nonché l’uomo sulla traversa: una strana manovra che nel calcio sarebbe totalmente inutile, in quanto il tizio sulla traversa si troverebbe sempre in fuorigioco. Ma nel cartone funziona, perché il fuorigioco lo conosce solo Julian Ross.

 

GLI ATTACCANTI. Il reparto offensivo del cartone animato pullula di personalità freudiane, tanto che è difficile scegliere. Il più forte è però di sicuro il singolare Mark Landers (Mario Balotelli), attaccante possente che a prima vista non dà l’idea di essere proprio giapponesissimo (così come il suo emulo non sembra del tutto italiano). Mentre i nipponici sono per tradizione bassi, giallicci e molto educati, Landers è alto e nero, nonché estremamente bastardo. La sua passione preferita è infatti avanzare come un tank e abbattere i difensori lanciando loro violentissime occhiate, sfruttando così il fatto che gli arbitri giapponesi non sono muniti di cartellini. Mark è l’unico giocatore al mondo le cui caviglie, a contatto coi tacchetti avversari, spezzano questi ultimi causando fratture multiple ai difensori che hanno tentato il tackle.

Nel cartone animato viene infine acquistato dalla Juventus, ma una volta arrivato a Torino ecco il colpo di scena: il poderoso Mark Landers viene ritenuto dal fisico inadatto per giocare in Serie A e spedito ad ammuffire in prestito alla Reggiana, dove si abbofferà di parmigiano e lambrusco e diventerà obeso come Ronaldo. L’esclusione della Juve è importante soprattutto se si pensa a quanto gli standard fisici dei bianconeri siano calati negli ultimi anni, considerato che oggi viene fatto giocare Giovinco. Altro attaccante molto interessante è Johnny Mason (Cristiano Ronaldo). Tecnico e prolifico (ma solo finché gioca contro le seghe), Johnny condivide col proprio alter ego una metrosessualità superiore anche a quella di Tom Becker: ha la erre moscia ed è l’unico calciatore al mondo che si presenti in campo con la permanente senza sentirsi un imbecille.

 

GLI ALLENATORI. Personaggi secondari, ma non per questo meno abietti, sono infine tanti gli allenatori che circolano a piede libero nel cartone animato. Ma noi abbiamo deciso di ricordare solo Jeff Turner (Carletto Mazzone). Perennemente ubriaco, elegante come un metalmeccanico in officina e dall’igiene tutt’altro che irreprensibile, il buon Jeff ama i metodi spicci. Egli forgia i suoi campioni facendo loro calciare un SuperTele contro l’oceano e picchiandoli a colpi di infradito sui polpastrelli quando il pallone non torna sui loro piedi dopo essersi fatto un giro oltre la barriera corallina. Purtroppo per loro, però, l’unico a riuscirci è Mark Landers.

 

Tanti ancora sarebbero i comprimari della mitologia giapponese, come Ramon Victorino (Edinson Cavani), Carlos Santana (l’unico attaccante che segna col barré), Pierre Leblanc (Michel Platini), Karl-Heinz Schneider (Lothar Matthaus), Roberto Sedinho (Leonardo), ma evitiamo di addentrarci nei dettagli, perché altrimenti sarebbero occorse dieci puntate. Meglio lasciare un po’ di mistero: in fondo, stiamo pur sempre parlando di cose sacre.

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Gaetano Allegra