Il Giro di Svizzera riparte da Quinto per andare a Crans Montana per la seconda tappa. Frazione breve, lunga appena 118 chilometri, causa annullamento per maltempo della salita del Nufenenpass. Ma l’ascesa finale di Crans Montana, lunga 12 chilometri, dovrebbe comunque garantire spettacolo. E dovrebbe soprattutto far capire chi, in questo Giro di Svizzera, può ambire al bersaglio grosso e chi invece farebbe meglio a riporre i sogni di gloria nel cassetto.
Dopo diversi tentativi, evadono dal gruppo in quattro. Si tratta degli spagnoli Enrique Sanz (Movistar) e Adrián Sáez (Euskaltel), del francese Christophe Riblon (Ag2r – La Mondiale) e del tedesco Johannes Fröhlinger (Argos-Shimano). I fuggitivi acquisiscono un massimo vantaggio di 2’45” circa. Il gruppo, guidato dagli uomini della BMC, insegue e mano a mano accelera fino a riprendere gli attaccanti proprio ai piedi dell’erta finale. Il plotone, però, non resta compatto per molto tempo. Infatti, il primo a rompere gli indugi è l’irlandese Daniel Martin (Garmin-Sharp), che attacca a 10 km dall’arrivo. Dopo un paio di chilometri, si capisce che il vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi di quest’anno funge solo da “testa di ponte“. Lo conferma lo scatto del compagno di squadra di Martin, il canadese Ryder Hesjedal. Il vincitore del Giro d’Italia 2012 torna a farsi vedere battagliero dopo il malessere che l’ha costretto al ritiro nella recente edizione della corsa rosa. A seguire la ruota di Hesjedal, l’estone Tanel Kangert (Astana) che, dopo aver aiutato Nibali al Giro, condivide con lo sloveno Brajkovič l’onere di guidare la formazione kazaka. Martin si stacca ai -6, Kangert perde la ruota di Hesjedal ai -5. Nel gruppo dei migliori, che comprende sempre la maglia gialla Cameron Meyer (Orica-GreenEdge) nessuno prende l’iniziativa. Si susseguono scatti e controscatti. Ci prova dapprima lo sloveno Simon Spilak (Team Katusha), poi il nostro Domenico Pozzovivo (Ag2r – La Mondiale) con a ruota il francese Thibaut Pinot (FDJ), ma sono tentativi che non impensieriscono Hesjedal. Per sfortuna del canadese, a un chilometro e mezzo dalla conclusione, c’è l’attacco dell’olandese Bauke Mollema (Blanco). Mollema riesce a evadere dal gruppo e completa la sua rimonta su Hesjedal raggiungendolo a 450 metri dall’arrivo, involandosi al successo di tappa, che rappresenta il suo primo successo stagionale e la prima vittoria in assoluto nella corsa elvetica. Alle spalle dell’olandese finiscono lo svizzero Matthias Frank (BMC), Pinot e lo stesso Hesjedal. I migliori arrivano sgranati tutti entro una trentina di secondi. Gli italiani presenti nel gruppo dei migliori, neanche si fossero mettersi d’accordo, concludono piazzandosi dall’ 8° al 12° posto in classifica, con un distacco che va dai 14″ ai 19″. Nell’ordine vi sono Scarponi (Lampre-Merida), Visconti (Movistar), Pozzovivo, Ulissi (Lampre-Merida) e Moser (Cannondale). Piccola delusione per Damiano Caruso (Cannondale), giunto 39° a 2’41” da Mollema. Per gli altri presunti “big“, delude il solo Van Garderen (BMC), 25° a 40″, mentre prosegue il “mistero” Andy Schleck (Radioshack), 54° a 3’32”. Bravissimo Cameron Meyer. L’australiano giunge 13° a 27″ da Mollema e conserva la maglia gialla per 3″ su Hesjedal e 5″ su Frank.
Domani terza tappa, da Montreaux a Meiringen per un totale di 203 km. Tre i Gran Premi della Montagna da affrontare. Il più atteso è certamente quello di prima categoria del Brünig Pass, con vetta situata a 19 chilometri dall’arrivo. Chissà se domani, in questa situazione di equilibrio generale, si comincerà a capire un po’meglio chi sono i candidati alla vittoria di questo Giro di Svizzera.