Il Giro del Delfinato riparte da La Léchère-les-Bains per andare verso Grenoble, per una sesta tappa che misura 143 chilometri e che presenta quattro Gran Premi della Montagna: il Col du Barioz (1°categoria, 7,1 km al 7,3% di pendenza media), il Col des Ayes (2°categoria, 3,8 km all’8,1% di pendenza media) e due salite di 4°categoria: la Côte d’Arvillard (2,2 km al 5,3% di pendenza media) e il Col des Mouilles (2 km al 6,1% di pendenza media). Quest’ultima rappresenta anche la erta finale della tappa, la cui cima è posta a 45 km dal traguardo di Grenoble. Una tappa con un’altimetria interessante, che potrebbe solleticare la fantasia di attaccanti fuori classifica ma che potrebbe pure invitare le squadre dei velocisti a tenere la corsa chiusa per favorire un arrivo allo sprint.
E la fantasia ha la meglio sulla tattica. Sulla Côte d’Arvillard vanno via in otto: i belgi Tim Wellens (Lotto-Belisol), Thomas De Gendt (Vacansoleil-DCM) e Kevin Seeldraeyers (Astana), gli spagnoli Mikel Nieve (Euskaltel) e José Herrada (Movistar), i francesi Thomas Voeckler (Europcar) e Alexandre Geniez (FDJ) e il russo Egor Silin (Astana). I fuggitivi acquisiscono un massimo vantaggio di 2’50” sul gruppo. In uno degli strappi finali che seguono il Col des Mouilles, nasce la fuga nella fuga. Degli iniziali otto, restano in quattro: Voeckler, Herrada e i due della Astana, Seeldraeyers e Silin. Inizia una battaglia serrata tra il nuovo gruppetto di fuggitivi e il plotone che prima riprende gli altri quattro corridori facenti parte della fuga iniziale, poi, trainato dagli uomini della Omega Pharma – Quick Step per Gianni Meersman e da quelli della Sky per Edvald Boasson Hagen, accorcia il ritardo portandosi a 1′ dalla testa della corsa. Ma è troppo tardi. Sotto l’arco dell’ultimo chilometro arrivano per primi i quattro attaccanti, che si giocano la frazione. Ed è inspiegabile il comportamento dei due della Astana, che corrono ognuno per se e non sfruttano minimamente la superiorità numerica. Un errore clamoroso che non si dovrebbe mai commettere in generale, tanto più se come compagno di fuga si ha una “vecchia volpe” come Thomas Voeckler. E “T-Blanc” non si fa pregare, rintuzzando gli scatti telefonati dello sciagurato duo Astana e vincendo agevolmente la volata ristretta. Per Voeckler si tratta del primo successo stagionale e della sua prima vittoria in assoluto al Giro del Delfinato. Per l’Europcar, arriva il secondo “hurrà” in questa edizione della corsa del sud-est francese, dopo il successo di Veilleux nella tappa iniziale a Champéry. Il gruppo arriva con un ritardo di 46″, regolato allo sprint da Boasson Hagen. Il britannico Chris Froome (Sky) resta maglia gialla.
Domani settima tappa, da Le Pont-de-Claix all’arrivo in salita (3°categoria) di Superdévoluy. Frazione che presenta, oltre quello finale, altri quattro Gran Premi della Montagna, tra i quali il primo sarà la “mitica” Alpe d’Huez (catalogata “Hors catégorie“). Si preannuncia un nuovo duello tra Chris Froome e Alberto Contador.