Pablo Daniel Osvaldo bello e impossibile

Lo guardi e ti sembra una rock star, capello lungo raccolto in un codino, occhiali griffati, bracciali e anelli a ornamento di un corpo tatuato. Aspetto trasandato solo perchè la moda lo richiede, ma che invece denota una cultura del look e un narcisismo da star.  In realtà lui non è ne un attore famoso e nemmeno un rocker, ma è Pablo Daniel Osvaldo centravanti italo argentino della Roma. Il Johnny  Deep italiano che tanto piace alle ragazze è un oriundo, origini argentine e avi italiani, fattori genetici che gli hanno regalato un carattere caldo e irruento.

Amante dello stile, appassionato di Pirati girovaga i mari cambiando maglia spesso e volentieri, un po come le donne, continuamente in fuga forse anche da se stesso. Inquieto sempre alla ricerca della vera felicità cosi Pablo seduce le tifoserie per poi lasciarle con l’amaro in bocca.

Osvaldo 26 anni, 7 squadre diverse in 8 anni di carriera comunque in avanzamento. Prima l’Huracan, poi l’arrivo in Italia nel 2006 con l’Atalanta e la comproprietà a Lecce. Arriva poi l’opportunità Fiorentina che Pablo sfrutta al meglio entrando nel cuore dei viola Il 2 marzo 2008 quando, all’ultimo minuto del recupero, segna il gol della vittoria per 3-2 della Fiorentina in casa della Juventus e festeggia con una Metralleta rievocando il suo idolo Batistuta. Nello stesso anno  all’ultima giornata del campionato  questa volta contro il Torino, Osvaldo segna con una rovesciata spettacolare il che regala alla Fiorentina il quarto posto in campionato, con qualificazione al preliminare di Champions League.

Il ragazzo forse inizia a volare alto e con Prandelli qualcosa si rompe, magari quella Ferrari comprata dopo il gol alla Juve non è molto piaciuta al tecnico. Lo acquista il Bologna dove causa infortuni non lascia traccia, a Gennaio vola in Spagna all’Espanyol. Li torna in forma, 20 gol in 44 presenze in una stagione e mezza. Ora Metralleta è di nuovo richiesto come ai bei tempi. Lo acquista la Roma per  15 milioni. Nella prima stagione il suo score è di 11 gol con la maglia giallorossa e un pugno a Lamela in allenamento. Nell’ultima stagione Pablo continua a segnare ( 17 gol stagionali), ma gli episodi che lo coinvolgono sono altalenanti come l’annata della squadra. Qualche espulsione sciocca, il rigore sciupato a Totti e poi sbagliato, la contestazione dei tifosi, inclinano il rapporto con l’oriundo già stanco anche della capitale.

Osvaldo in Italia è ormai un uomo copertina, la sua vita privata è argomento per i rotocalchi, il suo non dire cose banali, l’ammettere l’inquietudine che nel cuore mescola angeli e demoni lo porta ad essere un mito per ragazze e ragazzi.

Nell’Italia multietnica, nel paese che mescola gossip e calcio lui ci sguazza, ma non si trova certo a suo agio. Così nell’estate 2013 inizia il tormentone sul suo possibile futuro. Affascinato dalle inglesi, rimpianto dalla Liga, sedotto da qualche big italiana, il cattivo ragazzo si trova nella possibilità di scegliere come pochi, certo solo di cambiare ancora una volta maglia.

Sarà la calda Napoli ad accoglierlo come erede di Cavani, sarà la Fiorentina a riportarlo a casa, saranno le milanesi in cerca di gol e colpi ad effetto a prenderlo? Oppure sarà il dopo Falcao all’Atletico o il dopo Dzeko al City?Pure Parigi lo vuole ! Insomma più ne combini più ti desiderano, questa la storia del bello e impossibile di casa nostra. Un campione dal gol facile e dal carattere difficile, seguace del tweet  e  cultore dei libri di filosofia.