Saranno famosi

Finito nel dimenticatoio qualche anno fa e tornato sotto i riflettori di recente, il campionato Primavera giunge alle sue fasi conclusive.

Sono rimaste in quattro a darsi battaglia per la conquista del titolo finale: la Lazio di Bollini, il ChievoVerona di D’Anna, l’Atalanta di Bonacina e il Milan di Dolcetti. Chi più a sorpresa — come i gialloblù di Verona — e chi più con i favori del pronostico — come i nerazzurri bergamaschi — ma ci sono arrivate meritando. E sudando.

Perché è pur vero che i componenti delle varie squadre sono poco più di ragazzi e che, teoricamente, il loro è ancora un divertimento più che un lavoro, ma a vincere — e a emergere, magari — ci tengono eccome. La stampa e le televisioni hanno ricominciato a dare il giusto spazio alla principale competizione giovanile italiana e loro, i protagonisti, i giovani, ci tengono a ben figurare.
Così come i loro tecnici, anch’essi su un’ipotetica rampa di lancio per un futuro con i “grandi”, che puntano più al far giocare bene la squadra piuttosto che puntare esclusivamente al risultato a discapito dello spettacolo offerto.

L’Atalanta di Bonacina con il suo 5-3-2 finto difensivo che ha come punta di diamante Varano, la Lazio di Bollini e del bomber Rozzi e il Milan di Dolcetti con il direttore d’orchestra Cristante sono uno splendido biglietto da visita per la categoria, sempre più in crescita in termini di pubblico e attenzioni. E anche il ChievoVerona di D’Anna tutto organizzazione e pressing (un po’ come il ChievoVerona di Delneri di cui D’Anna era titolare agli inizi degli anni 2000) ha fatto la sua parte, riuscendo a battere la superfavorita Juventus nei quarti di finale.

E all’appello manca anche l’Inter campione d’Italia in carica, che dopo la doppietta NextGen-Campionato dello scorso anno ha passato un’annata meno fortunata, con tanti titolari chiamati in prima squadra da Stramaccioni e quindi non schierabili con i pari età.

Ma in fin dei conti, per quanto il titolo sia importante e per quanto sia sempre bello entrare nella storia con il proprio nome scritto nell’albo d’oro, l’obiettivo di questi ragazzi deve essere un altro: giocare per divertirsi e per riuscire, un giorno, a unire il divertimento al lavoro diventando un giocatore professionista.

Qualcuno di loro — vedi lo sponsorizzatissimo Bryan Cristante del Milan — un contratto da professionista se l’è già conquistato, così come un posto in prima squadra per la prossima stagione.
Ora sta a lui dimostrare di valere la fiducia che la società gli ha dimostrato. Ma, come a lui, ora è il momento di tanti altri ragazzi in diverse squadre.

Ragazzi, coraggio, il futuro è vostro. Il futuro è qui.

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Francesco Mariani