300 milioni di buoni motivi
I soldi fanno la felicità: è inutile negarlo, almeno nel calcio questa è una verità assoluta. Massimo Moratti ha sempre gestito l’Inter agendo da primo tifoso, mettendoci la faccia in ogni singolo acquisto e, per questo, raccogliendo un misto tra rispetto e ammirazione dai suoi supporter. Può dire di aver vinto tutto durante la sua presidenza, e anche quell’ossessione chiamata Champions League è stata finalmente conquistata, poco più di tre anni fa in quel di Madrid: quasi un paradosso, perché Moratti riuscì a conquistare la coppa con le orecchie grazie a un mercato terminato in positivo.
Di positivo, ultimamente, in casa Inter però c’è ben poco. Non soltanto i risultati, che coincidono semplicemente con la fine di un ciclo di successi, ma soprattutto il bilancio: i conti sono in rosso, e non di poco. Lo stadio è una priorità assoluta, ma la legge italiana non viene rinnovata con costanza e allora, senza troppi giri di parole, all’Inter serve qualcuno che abbia liquidità immediata. I tifosi interisti in questi giorni si sono divisi; c’è chi sarebbe contento dell’arrivo di un investitore come Erick Thohir, il magnate indonesiano capace di portare entusiasmo e (soprattutto) tanti soldi, chi invece vorrebbe un Massimo Moratti ancora alla guida del timone di Corso Vittorio Emanuele.
A un certo punto, però, nella vita bisogna saper dire basta. Ce lo insegnano da bambini, ma una ripassata servirebbe anche da adulti: perché di fronte a 300 milioni di euro non si può dire “no, grazie… ripassa tra qualche anno“. Certe occasioni nella vita arrivano una volta sola, e bisogna coglierle al volo: non è questione di cinismo o altro, semplicemente gli affari sono affari, e prima di tutto una società deve avere una struttura economica solida. Cioè quello che l’Inter non ha da molti anni. Diciamocelo chiaro e tondo, Moratti stesso vorrebbe vedere in campo ben altri giocatori rispetto a Jonathan, Silvestre, Alvarez e Rocchi. Questo passa il convento, però, perché i rubinetti della Saras sono chiusi da parecchio tempo, e quindi gli investimenti non sono più gli stessi di una volta. Aggiungiamo a questa ricetta anche il Fair Play Finanziario e una situazione finanziaria a dir poco disastrosa, e il piatto (freddo) è pronto.
Sono bastati due giorni di trattative e, improvvisamente, tutti gli obiettivi in casa nerazzurra hanno cambiato volto: 100 milioni di euro per il mercato sono tanti, così come i margini di trattativa per Branca, Ausilio e Mazzarri. Belfodil diventerà sicuramente un grandissimo calciatore, ma se permettete Lavezzi è tutt’altra cosa: specie se hai appena preso tale Mauro Icardi, uno che con l’attaccante del Parma farebbe letteralmente scopa. Verrebbe da dire che questo Thohir sia in grado di realizzare i sogni di Moratti, visto che l’argentino era già stato cercato dal club nerazzurro l’anno scorso, quando poi passò al PSG. Idem per Paulinho, il centrocampista brasiliano seguito ormai da tempo ma dal prezzo troppo alto per essere acquistato subito: eppure sino a ieri si parlava di Fernando, ma solo nel caso in cui al Porto fossero stati soddisfatti di Alvarez come contropartita tecnica. Di soldi, infatti, nemmeno l’ombra, perché quelli vanno centellinati per le altre operazioni.
Giusto prendere tempo prima di rispondere, in fondo è difficile immaginare la famiglia Moratti totalmente estranea all’Inter: proprio per questo motivo l’attuale patron diventerebbe Presidente onorario. E il primo a gioire di questa situazione, probabilmente, sarebbe Massimo stesso che vedrebbe in campo giocatori degni di vestire la maglia nerazzurra: perché di Schelotto ne è pieno il mondo, di Lavezzi un po’ meno. Di acquirenti come Thohir, infine, ce ne sono ancora meno: e per chi si è sempre dichiarato primo tifoso, in fondo, non dovrebbe essere così difficile da capire.