Basket, playoff scudetto: verso le semifinali

È la prima volta che i turni di playoff si giocano tutti al meglio delle sette partite, e abbiamo visto com’è andata. Reggio Emilia, capace di sbancare Roma alla prima, è stata poi eliminata alla settima partita; Varese ha fatto valere il suo primato chiudendo in sole cinque partite contro Venezia; Sassari, seconda forza della stagione regolare, che in gara7 viene eliminata da una Lenovo Cantù cinica, capace di portare a casa la serie senza poter contare sul fattore campo (che, per chi debba viaggiare fino alla Sardegna, conta molto), con un bilancio di -39 ai punti segnati, eppure portando a casa le 4 vittorie necessarie (scarto minimo: 2 punti, tre volte; scarto massimo: 3 punti, una volta).

Poi c’è Milano, data come probabile vincitrice a settembre, che si è sciolta nell’ultima partita, cedendo a Siena (non più la corazzata degli ultimi sei anni) la strada, malgrado un budget da EuroLega. Complimenti a Luca Banchi per come ha imbrigliato il pick&roll centrale dell’Olimpia (l’unica vera arma affidabile) e per la camaleontica difesa a zona messa in campo, figlia di un basket studiato ed efficace; viene invece da chiedersi cosa succederà a Milano, con Armani che sarà stanco di spendere più di tutti per poi ritrovarsi una squadra priva di attributi, che finisce per giocare senza orgoglio né coraggio, solo per lo stipendio.

La lezione di Cantù insegna: se ci credi, non importa come si vince, conta solo la vittoria in sé, e il fatto che ogni volta si riparte da zero a zero; e che basta l’istinto del killer (quello che a Sassari è sempre mancato nelle quattro sconfitte di misura). Ancora quattro compagini, ne rimarranno solo due. Da un lato, una tra Roma e Cantù: capitolini terzi poche settimane fa, ma Cantù più esperta e profonda. Dall’altro si sceglierà tra Varese e Siena: gioventù e idee al potere, contro la costanza del sistema che ha segnato questo decennio in Italia. Da stasera ne vedremo delle belle.

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Pietro Luigi Borgia