Torino, Bianchi dice addio: “Nel calcio non c’è riconoscenza”

È ormai praticamente ufficiale l’addio di Rolando Bianchi al Torino. Il capitano granata, cinque anni e 77 reti con il Toro, non rinnoverà il contratto in scadenza a giugno. Per Bianchi, però, è una partenza amara, già nell’aria da tempo e vissuto tra le innumerevoli incomprensioni con il presidente Cairo. Bianchi si è sfogato sulle pagine del quotidiano Tuttosport:“Io ho sempre rispettato la maglia e tutti, mi sarebbe piaciuto essere anche rispettato. Significa che nel mondo del calcio non ci si confronta da uomini veri come in passato, si usa il silenzio, si fanno passare le situazioni e finisce tutto così”.

“Mi è dispiaciuto nella partita d’addio partire dalla panchina, ma si è capito chi non mi ha voluto al Torino.  Sono anni che c’è questa situazione – continua la punta – ma è da un po’ che ho capito che sarebbe finita così, nel calcio la riconoscenza non esiste. Non è solo l’allenatore, c’è anche altro. Forse al presidente sono state riportate cose non vere e pensa di me determinate cose. Questo sarebbe l’aspetto peggiore. Spero capisca che io ho sempre apprezzato il suo lavoro e ho sempre cercato di dare il massimo anche per lui”.

Bianchi, comunque, non ha mai smesso di amare il Torino: “Ringrazio la gente, mi ha dimostrato grande affetto e attaccamento. Sono orgoglioso di aver vestito questa maglia, questa fascia ed essere entrato nella storia del Toro perché mi resterà qualcosa di unico stampato nella testa e nel cuore. Il mio cuore è a forma di toro, porterò questo affetto con me, sono arrivato ragazzo, vado via da uomo. E al popolo granata auguro di godere di grandi risultati, se lo merita, è una piazza unica”.

Ma che ne sarà ora di lui? “Non so dove andrò, ho aspettato la fine perché volevo rispettare i miei tifosi, ora valuterò le scelte, in questi due anni non mi sono divertito e vorrei farlo giocando”.