Gli Scontenti della Serie A

Le squadre di Serie A si trascinano stancamente ai nastri d’arrivo del campionato. Delle venti formazioni in categoria soltanto due o tre oramai hanno ancora obiettivi da raggiungere, in questo caso per l’accesso alle zone europee. Già, perchè la questione salvezza, con la trentasettesima giornata, è già bell’e chiusa. Delle retrocesse sicuramente vi è il Siena alquanto imbronciato. Capaci di tener testa al quotato Napoli al San Paolo i toscani devono abbassare la testa mestamente e chiudere un’annata che poteva essere senza dubbio migliore.

Ma vediamo ora chi veramente è degno della nostra Top3 degli Scontenti:

MAURIZIO ZAMPARINI: non vorremmo essere nei panni dei tifosi palermitani in questo momento. Le recenti dichiarazioni in cui il presidente rosanero si è addossato la colpa di aver esonerato Sannino troppo presto fanno imbestialire i sostenitori siciliani, a cui verrebbe quasi voglia di lasciare lo stadio vuoto il prossimo anno (soprattuto se Zamparini dovesse rimanere al comando del club). Ma di certo non sarà così. I tifosi rimarranno, seppur amareggiati, al finaco della squadra degna di tornare nella massima serie al più presto. Zamparini, quindi, ha fallito, tante volte e non solo in questa stagione. La mania di “mangiallenatori” questa volta gli è costata cara e sarà molto interessante stare a vedere se il numero uno rosanero cambierà politica una volta per tutte dal prossimo anno.

MILAN-ROMA: nonostante la carica agonistica delle due squadre nessuna riesce a prevalere. E poi proteste, gesti scomposti e “buuuh” razzisti. Vogliate scusarci per l’onomatopea usata, ma davvero non c’è da sorridere dopo quanto visto a San Siro ieri sera. Riguardo, comunque, gli obiettivi di classifica, sia il Milan sia la Roma devono ancora attendere per conoscere le loro sorti. I rossoneri dovranno mantenere il vantaggio sulla Fiorentina per accedere alle fasi preliminari di Champions League, mentre la Roma spera nella Coppa Italia per accedere all’Europe League. Ci hanno provato entrambe a sopraffare l’altra, ma poi Muntari non si smentisce e rimedia un’espulsione stupida, superata soltanto da quella subìta nel match contro il Catania nel 2010 quando dopo pochi secondi dal suo ingresso in campo il ghanese viene mandato negli spogliatoi. Anche la Roma non fa mancare i suoi colpi di testa, ma non indirizzati alla porta avversaria, bensì agli avversari stessi. E’ la solita ingenuità di capitan Totti, che saluta il suo ex compagno di squadra Mexes rifilandogli una gomitata in faccia. E infine i soliti, odiosissimi e penosi cori razzisti nei confronti di Balotelli. A cosa è servito interrompere la gara per due minuti ancora non si è capito. Forse sospendere definitivamente la partita, quello sì, sarebbe un vero deterrente.

INTER: cinquantasette potenziali punti. Un fallimento. Totale, per essere l’Inter. I nerazzurri sono ufficialmente fuori da tutte le competizioni e non riescono a dare la minima soddisfazione, neanche per orgoglio, ai propri tifosi. La rabbia nell’ambiente interista viene soprattutto dai buoni propositi di inizio stagione, dalla carica e fiducia data al giovane Stramaccioni e dalle discrete prestazioni della squadra capace persino di imporsi sulla grande Juventus in terra torinese. Certo, andando a vedere i marcatori nerazzurri in quell’occasione (e non) viene ancor più da piangere. La banda affidata al tecnico romano è stata falcidiata dagli infortnuni (ricorda molto il Milan dello scorso anno) e mettiamoci anche un mercato incerto (Gargano?)… Ecco, il risultato è una gruppo giunto al termine della stagione con le ossa rotte e il morale sotto i piedi. Al presidente Moratti la patata bollente di rifondare, termine tanto abusato quanto a nostro parere azeccato in questo caso.