David Moyes, sei pronto?
Nuovo giro di giostra, nuovo ambiente, pressione ben maggiore. Lasciare l’accogliente e tutto sommato serena cornice di Goodison Park per Old Trafford può fare paura, anche se è il sogno di tanti. David Moyes è stato individuato come successore del leggendario Sir Alex Ferguson, che ha lasciato dopo 27 anni la guida del Manchester United.
Una panchina che pesa, insieme all’ufficio dove rinnovare, settimana dopo settimana, il rito del bicchiere di vino con l’allenatore avversario: Moyes è preparato, pronto, conosce la Premier League come pochi, ma è davvero adatto? Il dubbio è venuto e viene a tanti, sia perché l’Everton ha avuto risultati e piazzamenti lusinghieri ma senza trofei, sia perché nei confronti diretti fuori casa (che è un po’ il cibo con cui chi punta al titolo deve nutrirsi) ha sempre balbettato.
Sinceramente, ammiro il nuovo tecnico dei Red Devils da tempi non sospetti. Con budget tutt’altro che alti, i Toffees vengono da passi da gigante. Il gioco predicato e praticato dall’ex calciatore del Preston North End è concreto, con quella capacità di gettare basi e programmare a lungo termine che a Old Trafford piace tanto.
Pronto per il lavoro? Senz’altro sì, perché l’occasione prima o poi arriva quando te la meriti, perché il salto da Liverpool (sponda Everton) a Manchester (sponda United) è già riuscito a Wayne Rooney, riuscirà anche stavolta. Ma restano le incognite, che pesano come macigni. La pressione, per esempio: le aspettative saranno terribilmente alte, perché la rivalità col City è cittadina oltre che volta alla conquista dei titoli nazionali, perché non è detto che lo stesso Rooney rimanga. E perché il mercato da fare sarà completamente diverso da quelli fatti nella sicura culla di Liverpool.
Il Manchester United guarda all’Europa. Il Manchester United è club che sotto Ferguson ha vinto così tanto che più di due anni senza semifinali europee sono una bestemmia. Il Manchester United farà pressione, forse anche per la presenza dello stesso Sir Alex in dirigenza, affinché le cose vadano bene subito. Che non vuol dire titolo per forza al 100%, ma almeno lotta fino all’ultima giornata, cammino lungo e imperioso nelle competizioni continentali: dai piccoli ai grandi budget si può sbagliare, Moyes lo sa.
Non resta che augurare, allora, buon lavoro a questo cinquantenne che i primi passi da calciatore li ha compiuti al Celtic, altra piazza importante (e dalle alte aspettative, specie all’epoca), augurandoci che la presenza di quel vecchio, forte e vincente laburista in società sia fonte di stimolo e consigli, e non (come francamente temo) di pressioni. Vuoi vedere che alla terza sconfitta di fila stampa e critica guarderanno in tribuna e invocheranno il ritorno del maestro?