Il Punto sulla Serie A: giornata 36

Vince anche con le riserve la Juventus campione d’Italia a Bergamo contro l’Atalanta, grazie a Matri. Napoli e Milan passeggiano su Bologna e Pescara, mentre la Fiorentina ha la meglio del Siena del derby toscana e inguaia i bianconeri. L’Udinese batte il Palermo in sicilia e si proietta verso la prossima Europa League, lasciando i rosanero quasi in Serie B. L’Inter perde ancora, questa volta contro la Lazio, e abbandona matematicamente ogni sogno europeo non partecipando a nessuna competizione internazionale dopo 14 anni. I biancocelesti, invece, agguantano i cugini della Roma, sconfitti in casa dal Chievo all’ultimo minuto.

Una Serie A, quella che ha visto giocare la giornata numero 36 che, almeno per i primi due posti, non ha più niente da dire. La Juventus è campione d’Italia già dal turno precedente e il Napoli, grazie alla vittoria di oggi, conquista matematicamente il secondo posto. Le due italiane certe di rappresentarci nella Champions League 2013/2014 sono loro. I bianconeri — in formazione rimaneggiata — di Conte vincono a Bergamo grazie al gol di Matri dopo addirittura una sospensione della gara per via di lanci di fumogeni e oggetti da parte della tifoseria juventina. Il Napoli, invece, passeggia sulla sua bestia nera, il Bologna, che prende altri tre gol dopo i sei subiti domenica dalla Lazio. Cavani segna il suo gol numero 27 in campionato, Hamsik torna alla rete e continua il suo periodo da goleador anche Dzemaili. Insomma, il Napoli di Mazzarri, che si era un po’ perso per strada nel secondo terzo di campionato, in questo finale è tornato a volare e merita di stare lì, dietro ai campioni d’Italia.

Un po’ più complicato, ma non di tanto, la questione per il terzo posto. Vincono sia Milan che Fiorentina e il vantaggio dei rossoneri resta invariato a 4 punti, ma con una gara in meno da giocare. I punti a disposizione sono 6 e ai rossoneri servirà una vittoria nel prossimo turno a San Siro contro la Roma per poter aver la matematica certezza di qualificazione ai preliminari europei. Gli uomini di Allegri non fanno fatica a Pescara, contro la prima retrocessa ufficiale del campionato. Due volte Balotelli, Flamini (4° gol nelle ultime sei gare per lui) e Muntari fissano il risultato sul 4 a 0 finale. Più difficile, invece, la vittoria della Fiorentina a Siena nel derby toscano. Ci pensa Gonzalo Rodriguez sugli sviluppi di un corner a segnare il gol che basterà ai viola per vincere e, allo stesso tempo, condannare i bianconeri senesi a una quasi certa retrocessione. Sei sono i punti di distanza dal Genoa quartultimo, due le partite da giocare. L’impresa è disperata.

Disperata quasi come quella del Palermo, sconfitto in casa dalla solita bella Udinese di ogni fine stagione di Guidolin, che vince l’ennesima partita di fila e si piazza alle spalle della Fiorentina, in piena zona Europa League, tagliando fuori Roma e Lazio. I rosanero si aggrappano al suo capitano Miccoli, che però prima pareggia il vantaggio iniziale di Muriel (gol capolavoro, il suo) e poi fallisce due nitide occasioni che avrebbero indirizzato la gara verso una probabile vittoria dei siciliani. Nel concitato finale alla fine esce vittoriosa l’Udinese grazie ad un gol in mischia di Benatia, che permette ai friulani di avere due punti di vantaggio sulle due romane e costringe i rosanero al miracolo, dovendo recuperare 4 punti in due giornate al Genoa di Ballardini, autore di uno scialbo 0 a 0 con il Torino di Ventura.

Nonostante la vittoria di San Siro contro l’Inter, la Lazio al momento è fuori dall’Europa, così come i dirimpettai delle Roma. Se il campionato finisse così, sarebbe la finale-derby di Coppa Italia a decidere quale delle due squadre dovrebbe rappresentare l’Italia in Europa League. L’ennesimo carico di pressione su una partita che già di suo è stracolma. Eppure è la Roma ad aver sprecato un enorme vantaggio: la sconfitta in casa contro un Chievo molto chiuso e attento è giunta totalmente inaspettata, specie dopo il colpaccio di sabato a Firenze. I biancocelesti, dal canto loro, dopo un girone di ritorno infernale, rifilano 9 gol in due partite a Bologna e Inter e provano lo sprint finale. Chissà se basterà o se sarà stato troppo tardi.

La squadra, però, che in assoluto esce peggio da questa giornata è l’Inter di Stramaccioni. Sconfitta, ancora, in casa e fuori, matematicamente, dall’Europa. E’ vero, è stata sfortunata. Gli si è rotto chiunque — anche Jonathan e Ranocchia a partita in corso — in questa stagione, ma le colpe di allenatore e società ci sono e non possono passare inosservate. Qualche tifoso, in curva, ha iniziato a contestare, a fare domande. A chiedersi i perché di una stagione così disastrosa, partita con premesse di tutt’altro tipo.
Ne vogliamo porre uno noi, di perché: come è possibile che Stramaccioni sia l’unico allenatore della Serie A non in discussione?