Un minuto di sgomento
Un minuto di silenzio per la morte di Giulio Andreotti. Questo è quanto accadrà, per decisione del presidente del CONI Giovanni Malagò, a partire da oggi e per tutta la settimana in occasione di tutte le manifestazioni sportive che si disputeranno in Italia.
MondoPallone è un portale di informazione sportiva e come tale non tratta notizie di cronaca o politica: quindi già che io oggi mi ritrovi qui a nominare uno dei personaggi personalmente più negativi della storia della Repubblica Italiana fa capire che qualcosa di fuoriluogo c’è. Potrei senza dubbio esser io… o potrebbe essere questo commiato ingiustificato quanto innoportuno che il massimo organismo sportivo italiano ha deciso di tributare al fu senatore a vita.
Nell’apprender la notizia mi immagino l’imbarazzo dei tanti italiani oggi che dovranno assistere, in obbligato silenzio, al ricordo-tributo disposto/imposto per Giulio Andreotti… e mi vedo lì, in mezzo a loro, immedesimandomi, cercando di ipotizzare la mia di reazione.
Eccomi qui, dunque, col mio personale minuto… di sgomento.
Un minuto di sgomento… perché di silenzi ne abbiamo già uditi troppi.
Un minuto di sgomento… perché la rabbia non va attizzata e perché accanirsi sulla carcassa inerme è, adesso, quantomeno fuoriluogo e irrispettoso. E il rispetto, se ci si prova a elevare su un differente piano, non può mancare.
Un minuto di sgomento… perché restare indifferenti sarebbe un’offesa per coloro che indifferenti non son stati e che la testa non han voltato, pagando ciò a caro prezzo.
Un minuto di sgomento… perché lo sgomento non può essere prescritto, né colluso.
Un minuto di sgomento… perché a star muto non riesco.
E, passato lo sgomento, un minuto di silenzio — ora sì — per Agnese Borsellino, scomparsa domenica 5 Maggio, giusto in tempo per non assistere all’ennesima pugnalata, all’ennesimo tradimento, all’ennesimo dolore che chi controlla questa bellissima nazione ha inferto al suo popolo, a noi tutti.
Chiudo rimarcando che MondoPallone è e resterà un sito apolitico col solo interesse di parlare e raccontare di sport. La nostra apoliticità si sposa però col diritto di commento e di opinione su decisioni prese da organismi sportivi che finiscono per riguardare e incrociare il “mondo” che ci compete e gli sportivi tutti.