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Il 29° (e non 31°) Scudetto della Juventus

Perché poi, a parlare sempre delle stesse cose, si diventa anche un po’ monotoni. Ad andare — sempre e comunque — contro un coro di voci unite, il dubbio che si è in errore forse dovrebbe sopraggiungere.

Eppure, come l’anno scorso e come tutte le prossime volte che ci sarà un campionato da festeggiare, l’Italia bianconera continua a conteggiare due Scudetti in più del resto della nazione, che non le va contro per chissà quale antipatia ma solo perché c’è una sentenza che dice così.

Nello specifico, quest’anno sarebbero 29 ma per loro son 31. L’anno scorso erano 28 e non 30. Prima di tornare a vincere erano 27 e loro andavano avanti a forza di “sonosempreventinove”.
Non c’è niente da fare, il tifoso juventino medio si sente derubato di due scudetti — quelli del 2005 e del 2006 — “vinti sul campo”, a loro dire.
Il punto è che il più grande scandalo della storia del calcio italiano ha portato ad un processo e tale processo — per quanto giusto o non giusto possiate pensare che sia stato — ha portato a delle sentenze, tra le quali spicca quella che ha deciso di togliere quei due scudetti alla Juventus a causa delle vittorie — non arrivate esclusivamente dal campo — portate a casa da Moggi e Giraudo.

Ma il tifoso è da capire, lui tutte le domeniche era allo stadio, lui soffriva per 90 minuti e gioiva ad ogni gol di Del Piero o Trezeguet. Non poteva sapere di quello che succedeva dietro le quinte. Non poteva sapere che i dirigenti della sua squadra usavano mezzi non leciti per cercare di avvantaggiarsi nella corsa al titolo.
Il tifoso, anzi, è la vera vittima di calciopoli, l’unico che ci ha perso.

La cosa strana è che, anziché essere arrabbiato e indignato per essere stato preso in giro dalla sua stessa dirigenza quando forse non ce n’era nemmeno bisogno (quella Juventus era comunque fortissima e avrebbe lottato per vincere in ogni caso), il tifoso juventino ha deciso di prendersela con tutti gli altri, rivendicando il diritto a contare lo stesso due Scudetti in più, non volendo sentire ragioni.

Che dire…va bene, facciano pure. Ognuno ragiona con la propria testa e, evidentemente, sono contenti così.

Per il tifoso juventino son 31. E sia.

Ma quello che la Lega di Serie A non dovrebbe permettere, e che lascia davvero interdetti, è che la società Juventus F.C., condannata in quel famoso processo del 2006, continui, sulla scia dei proprio tifosi, a contarne due in più. Senza alcun monito di alcuna istituzione sportiva.
L’anno scorso non le hanno permesso di mettere la terza stella sulla maglia perché sarebbe stato contro la legge sportiva, ma di scrivere “30 sul campo” e di coprire le due stelle istituzionali con del nastro adesivo nero sì. Di mettere al centro del campo, durante la premiazione ufficiale della Lega, lo Scudetto con il numero 30 in bella vista, anche. Di indossare magliette celebrative con il numero 30, idem. E succederà lo stesso tra due domeniche con quello con il numero 31.

Ma perché? Che senso ha? I libri di storia parlano chiaro: lo Scudetto 2005 non è stato assegnato, quello del 2006 l’ha vinto l’Inter.
E’ inutile continuare la crociata quando la guerra è già finita. Ed è assurdo che nessuno gli faccia capire, a quelli che stanno andando al fronte, che non c’è più nessuna battaglia da combattere. Prendersi delle responsabilità, evidentemente, non è affare italiano.

L’unico risultato che si ottiene, in una situazione del genere, è di risultare ridicoli anche in un momento di gioia per un Scudetto — questo sì — vinto sul campo.