L’Italia si tinge di rosa

Terminato già da qualche settimana il periodo delle classiche del Nord, il ciclismo si prepara a vivere l’ennesima stagione delle grandi corse a tappe. Ad aprire le danze sarà come da tradizione il Giro d’Italia, che quest’anno partirà da Napoli e dopo una breve discesa in Calabria risalirà lo stivale fino alla conclusione del 26 maggio nella cornice di Brescia. Lo scorso anno il canadese Hesjedal sorprese tutti, contenendo il distacco dallo spagnolo Rodriguez per poi superarlo nella crono finale di Milano; quest’anno, invece, gli occhi saranno puntati sulla Sky e sul campione britannico Bradley Wiggins, mentre i tifosi italiani sperano nella consacrazione dello “squalo” Vincenzo Nibali dopo le ottime prestazioni alla Tirreno-Adriatico e in Trentino.

Al di là dei pronostici della vigilia il ciclismo continua la sua battaglia per riacquistare fiducia e credibilità dopo i recenti scandali legati al doping. Una disciplina in cui i protagonisti sono passati con il tempo da eroi a “dopati”. Questo sport infatti è stato colpito in maniera pesante dalle squalifiche di nomi eccellenti e le colpe di chi non ha saputo stare alle regole sono finite purtroppo per ricadere su chi ha faticato senza aiuti medici. Qualche giorno fa siamo stati testimoni della protesta dei calabresi onesti, accostati con troppa semplicità alla ‘ndrangheta da qualche giornalista. Allo stesso modo non è corretto etichettare con il termine “drogati”, come di recente ha fatto un comico in una trasmissione molto famosa, una parte di sportivi che tenta di portare avanti la propria passione tra allenamenti duri e senza farsi coinvolgere da chi promette aiuti con mezzi poco leciti. Generalizzare e fare delle facili accuse senza prove è sempre sbagliato in qualsiasi caso, sia applicato allo sport che alla vita sociale e politica, ma solo quando ci si trova ad essere vittime si inizia a capire il reale peso di tali accuse. Ingusto anche nei confronti di un movimento che si è dato molto da fare per scovare gli scorretti. Cerchiamo quindi di tornare a vedere la bellezza di questa disciplina, ricordando le fughe storiche del passato e la bellezza e il fascino di uno scatto in salita tra l’entusiasmo dei tifosi in attesa dalla mattina sulle dure strade di montagna.

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Elia Modugno