Real Madrid, quell’irrefrenabile voglia di “remuntada”

Si è detto di tutto e di più su questa Champions e su questo Real Madrid. Dopo lo strapotere tedesco degli ultimi poker rifilati alle 2 super blasonate di Spagna, serpeggia per le strade, come logico che sia, quella strana sensazione che non tutto ancora è perduto. Il caratteristico orgoglio iberico esce fuori in tutte le sue forme e quell’irrefrenabile voglia di “remuntada” cattura tutto e tutti. Molte, nella storia delle coppe europee, sono state le rimonte dei “blancos”.

Vediamo da vicino alcune gare storiche del Real Madrid, da cui si alimentano molte speranze dei tifosi. Soprattutto negli anni ottanta il Real ha realizzato moltissime “remuntadas” in campo internazionale. Nella Coppa Campioni 1979/80 il Celtic vinse in casa propria per 2-0. Nel ritorno al Bernabeu i bianchi si imposero per 3-0 con le reti di Santillana, Stielike e Juanito.

Nella stagione 1984/85, in Coppa UEFA, furono 2 le vittorie in rimonta del Real. L’Inter fu sconfitta in semifinale per 3-0 al ritorno, il risultato a Milano fu anche li un 2 a 0. Sorprendente invece la bastonata inflitta nei quarti della stessa competizione all’Anderlecht, vittoriosa in casa per 3-0 e surclassata a Madrid con un incredibile 6-1. La tripletta “dell’AvvoltoioButragueño, la doppietta di Valdano e il gol di Sanchis schiacciano la squadra belga. Questo Real vinse la coppa naturalmente.

Anche nella successiva Coppa UEFA ci furono 2 ribaltoni. Un 4-0 rifilato al Borussia M’gladbach negli ottavi basta per passare il turno, nonostante un sonoro 5-1 dei tedeschi all’andata, per il gol in trasferta passò il Real. Ma la partita più clamorosa in quella Coppa fu, di nuovo, la sfida contro l’Inter e di nuovo in semifinale. I nero-azzurri vinsero per 3-1 in casa e i “blancos” misero in atto una battaglia nella gara in Spagna. Dopo i tempi supplementari quella partita terminò 5-1. I gol di  Verdana 44’, Sanchez (r) 63’, Gordillo 66’, Brady (r) 74’, Sanchez (r), 94’ e 107’ Santillana. Il Real madrid si laureò campione anche in quella edizione.

 

Ai posteri l’ardua sentenza.

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Adolfo Iacomino