Home » Mauro Icardi, croce o delizia?

E’ partito con le marce alte in questa stagione, salvo spegnersi poi nel finale insieme alla sua Sampdoria: qual è la vera essenza di Mauro Icardi? Quell’attaccante capace di segnare quattro gol al Pescara e ammutolire lo Juventus Stadium con una doppietta, oppure quello più macchinoso visto nelle ultime uscite?
A prescindere che la risposta giusta la darà il tempo – vista la giovanissima età del ragazzo in questione (classe ’93) – è possibile già inquadrare che tipo di giocatore sarà Icardi nel futuro prossimo: innanzitutto la maglia passerà dal blucerchiato genovese a quello nerazzurro sponda Inter, visto che il passaggio alla squadra di Stramaccioni pare certo.

Ma non si tratta dell’unico cambiamento in vista, perché Icardi dovrà per forza di cose modificare anche il proprio stile di gioco: in primis dovrà essere un riferimento più centrale, e in questo può sicuramente imparare da un maestro, il suo connazionale Diego Milito. Al suo fianco inoltre ci sarà Palacio, un giocatore molto mobile che ama svariare su tutti i fronti, e di conseguenza si crerebbe troppe volte il “buco centrale” che l’Inter ha sofferto in questa stagione, complici l’infortunio di tutte le prime punte nerazzurre. Dovrà giocare meno per i compagni e più per sé stesso, perché una delle grandi doti di questo ragazzo è l’altruismo: ama fare la giocata decisiva per gli altri, quello che se si trattasse di basket potremmo definire l’extra-pass, ossia il passaggio in più che smarca il proprio compagno.

Proprio quest’ultimo pregio, però, in realtà è più un’arma a doppio taglio: non capita di rado, infatti, che Icardi si eclissi completamente dalla partita, risultando inconcludente e irritante per i propri tifosi. Non a caso, da quando ha smesso di segnare, a Genova non mancano i sostenitori del partito “Icardi-bidone”; sono in molti a sperare che Osti abbia già incassato l’assegno da 12 milioni di euro promesso dall’Inter, un prezzo sicuramente alto per quanto riguarda il valore attuale del giocatore, ma è proprio qui che il calcio manifesta proprio tutta la sua bellezza. Quanto può valore un giocatore come Icardi in prospettiva futura? Classe 1993, con fisico da prima punta ma una buona velocità di base, una tecnica discreta (seppur grezza e da affinare) e un senso del gol apparentemente alto: non c’è un criterio oggettivo in questi casi, ma di sicuro dovrà dimostrare di avere un carattere tosto. Le difficoltà ci saranno sicuramente, a maggior ragione se la tua prossima casa si chiama San Siro, e i coinquilini non sono proprio i più facili da convincere in ambito calcistico.
Cercando dati oggettivi, un riferimento lo può dare sicuramente l’attaccante più forte della nostra Serie A, Edinson Cavani: all’età di 19 anni, ossia quando Icardi iniziava a segnare con una certa continuità, l’uruguaiano giocava ancora in patria e si sarebbe trasferito a Palermo “soltanto” a 20 anni. Nella prima stagione da titolare, ossia quella successiva, segnò 5 reti in 33 partite: un dato non certo eclatante, considerato poi il giocatore che è diventato successivamente al Napoli.

Questo non significa chiaramente che Icardi diventerà automaticamente forte quanto “El Matador”, ma non sono in tanti quelli che alla sua età hanno dimostrato quelle qualità tecniche abbinate a quel fisico prorompente; ecco il perché del prezzo alto. Ora nella testa delle persone ci sono soprattutto i black-out e i passaggi a vuoto del giovane attaccante argentino, ma solo un paio di mesi fa la situazione era completamente opposta. Dove sta la verità?