Viaggio a…Grozny

Alla scoperta delle città russe e dei loro legami con la propria squadra. Tifo, passione, orgoglio: il calcio, in Russia, spesse volte è motivo di vanto, è letteralmente il simbolo di una determinata regione e di una specifica classe sociale.

A Grozny il Terek non è soltanto una squadra. Non può esserlo.

I Ceceni sono un popolo molto orgoglioso e patriottico, e la squadra di calcio (chiamata Terek in onore del fiume che bagna la capitale della Repubblica) è motivo di grande vanto per ognuno di loro. Non a caso il presidente del club è Razman Kadyrov, icona politica e governatore della regione stessa; personaggio abbastanza controverso, noto per i suoi comportamente sopra le righe (vedi le offese all’arbitro urlate contro il Rubin), è il primo tifoso del Terek. Sempre presente alle partite casalinghe, Kadyrov ha investito molto costruendo un nuovo stadio, la splendida Akhmad Arena e ha dato il via a un progetto concreto che ben presto farà arrivare l’Europa in Cecenia (Uefa permettendo, dato che in caaso di qualificazione all’Europa League da parte del Terek le disposizione emesse dal massimo organo calcistico europeo potrebbero essere simili a quelle indicate all’Anzhi in questa stagione).

Come detto gli abitanti di Grozny amano immedesimarsi nei loro idoli: questo fatto è favorito dai numerosi autoctoni presenti nel team, e dalla loro importanza in un’ipotetica scala gerarchica; prima c’era Dzhabrailov, adesso c’è Utsiev, ma la fascia rimane (meritatamente) a un ceceno. E proprio l’espulsione di Utsiev causò il già citato folle gesto di Kadyrov.

Nonostante la burrascosa situazione sociale e politica che investe la regione Grozny è un’ottima piazza per fare calcio: lo sa bene Cherchesov, esperto allenatore che nel sud della Russia ha avuto la possibilità di risollevarsi dopo l’esperienza negativissima con lo Spartak Mosca di qualche anno prima. Con lui in panchina sono arrivati successi su squadre importanti, e l’Europa League pare un sogno ancora possibile. Unico rammarico, l’uscita di scena dalla coppa nazionale ai quarti di finale col Rostov: semifinale e finale sarebbero state in casa.

Per questi motivi il Terek può essere considerato uno strumento ideale per la crescita sociale, economica e politica di una regione culturalmente ( e non solo) ricchissima ma purtroppo ancora instabile. Vai Terek, continua a vincere, sia in campo che fuori!