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Salterai di nuovo con noi, Javier Zanetti

Ieri, domenica 28 aprile 2013, è stata una giornata triste per il calcio italiano.

Proprio ieri, durante la sfida tra Palermo e Inter al Renzo Barbera, Javier Zanetti, storico capitano dell’Inter, dopo un recupero sulla fascia, si è toccato la caviglia, si è messo le mani nei capelli e si è accasciato a terra nel dolore suo e di tutti i suoi tifosi allo stadio e davanti ad un televisore. Portato fuori in barella, solo in tarda serata dopo gli esami strumentali si è saputa la diagnosi definitiva: rottura del tendine d’Achille. Un duro colpo per un atleta di 20-25 anni, figuriamoci cosa possa essere per uno che di anni ne ha 39.

Sempre ieri, tra tardo pomeriggio e serata, tra social network, forum e stadio San Siro, sono arrivati (non da tutti, sia chiaro) dei cori da tifosi bianconeri e rossoneri che non si vorrebbero mai sentire o leggere, specie nei confronti di un uomo simbolo del calcio e di tutto ciò che esso rappresenta. Cori di scherno, cori stupidi, cori da condannare. Non vogliamo mezze misure.
Perché cantare “Salta con noi, Javier Zanetti” non è roba da tifosi, non è roba da persone per bene. A prescindere da tutto. Da fede calcistica, da “odi” vari ed eventuali verso la maglia rivale, da quanto possa stare o non stare antipatico (a chi, vorrei proprio vedere, poi) il numero 4 dell’Inter.

Un uomo che ha sempre onorato lo sport che l’ha reso ricco e famoso, la maglia che ha amato più di ogni altra e la fascia di capitano che indossa con pieno merito, sportivo e umano.
Un giocatore, Zanetti, che è sempre stato esempio di lealtà e di onestà. Uno di quelli che non hanno mai abbandonato la nave anche quando imbarcava acqua da tutte le parti. Uno che ci ha sempre creduto e che è stato il pilastro delle tante agognate vittorie nerazzurre del periodo 2006-2011. Uno che quello che ha vinto se l’è sempre meritato sul campo.

Una bandiera vera, una bandiera non solo dell’Inter ma di uno sport intero. Una bandiera da sventolare e mostrare con orgoglio e non di certo da buttare a terra per poi calpestarla.
Tornerai a saltare con noi, Capitano, e noi tutti tifosi di calcio saremo qui ad aspettarti.

Javier Zanetti è un uomo che merita rispetto. Un uomo che merita di andare oltre ai colori che indossa.