La Juventus vince anche il “derby della Mole” e si porta a un solo punto dalla vittoria del suo 29esimo Scudetto, il secondo di fila. Passeggia il Napoli a Pescara, mentre tra Fiorentina e Milan è botta e risposta per la lotta-Chamions: prima la viola vince a Marassi contro la Samp, poi i rossoneri superano il Catani a San Siro in serata. In zona Europa League, cade l’Inter a Palermo nel giorno dell’infortunio di Zanetti, frena la Lazio a Parma e Roma e Udinese ne approfittano. In coda, oltre al Palermo, vince anche il Genoa e approfittano dello scivolone del Siena all’Olimpico.
Se il Napoli non avesse vinto a Pescara, oggi per i tifosi juventini sarebbe stata festa doppia o tripla: vincere il derby e festeggiare lo scudetto nello stadio del Torino. Forse sarebbe stato troppo. Quello che è sicuro è che ormai agli uomini di Conte manca solo un punto per vincere lo scudetto numero 29 della storia juventina e gli azzurri di Mazzarri non possono più nulla. Diciamo che il periodo di crisi del Napoli tra gennaio e febbraio durato cinque o sei partite ha determinato il distacco che c’è adesso tra le due squadre, ma, onestamente, i bianconeri si sono dimostrati per tutta la durata del campionato la squadra più forte della Serie A. Campionato che, almeno per le prime due della classifica, non ha più nulla da chiedere e da dare: sicuro primo posto per la Juventus, sicuro secondo per il Napoli, con conseguente accesso alla Champions League 2013/2014.
Chi invece si sta dando battaglia e continuerà a darsela presumibilmente fino alla fine sono Milan e Fiorentina. Nella giornata di ieri ha aperto le danze la viola, vincendo a convincendo a Marassi contro la Sampdoria di Delio Rossi. Mattatore della sfida proprio quel Adem Ljajic maltrattato dall’attuale tecnico blucerchiato un anno fa quando sedeva sulla panchina toscana. I ragazzi di Montella alla fine concludono sul 3-0, dominando in lungo e in largo e dimostrando che la condizione e il gioco di inizio stagione sono tornati. E sarebbe riduttivo dire che Cuadrado o Jovetic o Ljajic sono da grande squadra. La Fiorentina E’ una grande squadra.
Soffre un po’ di più, ma alla fine vince 4 a 2, il Milan di Allegri a San Siro contro il Catania. Sotto due volte (la seconda a metà ripresa, tra l’altro), i rossoneri riescono a ribaltare risultato e partita aggrappandosi ai gol di Pazzini, subentrato con la squadra in svantaggio. Buono il ritorno di Balotelli, anche se apparso ancora un po’ nervoso, meno buona la prestazione di El Shaarawy, che ha perso l’autostima di sé stesso sotto porta. Tutto sommato un Milan che ha tenuto un ritmo altissimo per 60-70 minuti, che ha sofferto sulle palle inattive e sui contropiedi catanesi ma che sembra in ripresa rispetto alle ultime tre prestazioni. Quattro partite alla fine, lotta Champions e lotta per la salvezza che si intrecciano.
Così ha voluto il calendario. Perché, dando per scontata la retrocessione del Pescara a cui manca solo la matematica, Genoa, Palermo e Siena si stanno dando battaglia vera. Solo una si salverà e il loro destino è incrociato con quello di Fiorentina e Milan. I viola incontreranno Siena e Palermo alla terzultima e penultima, il Milan il Siena all’ultima, ma settimana prossima dovrà incontrare il Torino, che è a soli 4 punti dalla zona calda e che rischia di essere risucchiato. Intrecci che delimiteranno una stagione positiva da una fallimentare.
Simile il discorso per l’Europa League, che ogni settimana vede una squadra avvantaggiarsi sulle altre e poi la settimana dopo si stravolge tutto di nuovo. Considerato che una tra Fiorentina e Milan arriverà quarta, il posto per l’Europa League è uno solo. Al momento ci andrebbe la Roma, guidata dalla tripletta di Osvaldo nella roboante vittoria contro il Siena, ma l’Udinese è lì ad un solo punto, grazie alla vittoria con il Cagliari. La Lazio e il Catania perdono terreno, anche se i biancocelesti hanno la possibilità, vincendo la Coppa Italia, di qualificarsi lo stesso alla prossima competizione europea.
Chi sta messa peggio, non tanto come classifica ma come spirito e morale è l’Inter. Sconfitta a Palermo, è l’infortunio grave a Zanetti a preoccupare di più (rottura tendine d’Achille, 8-9 mesi per il recupero totale), che è solo l’ultimo di una serie sfortunata di eventi che hanno portato i nerazzurri a giocare questo rush finale con una formazione lontana parente di quella che aveva iniziato la stagione. Basterà come alibi per società e allenatore?