Per una volta, è il caso di lasciar da parte il calcio. Sport nazionale, sport di massa, sport che incanala gli umori della gente. Sport che tutto questo se lo merita: l’emozione non si misura, sia chiaro.
Ma di sport ne esistono molti altri, e Sabato dopo Sabato, Domenica dopo Domenica, tifoserie più o meno grandi si adoperano per seguire il basket, la pallavolo, il rugby. E non solo, l’Italia è terra di eccellenze anche e soprattutto locali: chiedere per credere in certe roccaforti del baseball, o dell’hockey su prato.
Posto che, in una Domenica di inizio primavera, l’attenzione di tutti si concentrerà sul duello fra Juventus e Napoli, che non è duello in realtà, e sul derby della Mole, questo spazio domenicale decide di buttarsi sulla pallacanestro, che sta condensando e regalando emozioni non da poco. Due realtà piccole ma grandi come Varese e Sassari dominano da inizio stagione la Serie A, che è sempre più vicina alla scadenza della regular season.
Quella 2012-2013, comunque vadano i playoff, verrà ricordata come l’annata cestistica più equilibrata degli ultimi tempi. Ed è anche bello che sia così, dopo gli anni di dominio incontrastato senese. Di dominio di quella stessa Mens Sana ora in crisi, ma certo capace di tirar fuori artigli e grinta sul più bello, quando davvero conta.
Cosa rimane, allora, di fronte a un campionato che molti reputano abbia detto ancora poco? Perché la verità è che, a sentire certi addetti ai lavori, Sassari e Varese si sgonfieranno (ma perché poi?), per crollare nei playoff e consegnare vessilli e scudetto a chi da ormai un’era se lo gioca: Siena stessa, che abituata all’Eurolega nelle sfide da dentro-fuori ha esperienza da vendere, o Milano.
Milano, capitale del Nord Italia, luogo storico per la palla a spicchi tricolore. Nonostante gli sforzi di Giorgio Armani, che ha fatto investimenti da capogiro senza produrre in realtà titoli significativi, questo club resta un mistero. Resta la prova che senza programmazione e politica dei piccoli passi non si va lontani. Le piccole Varese (gigante storico, ma in LegaDue pochi anni fa, ndr) e Sassari, senza dimenticare l’exploit stagionale della gagliarda Virtus Roma (nella quale gioca il cestista italiano non NBA più forte di tutti, Gigi Datome): vuoi vedere che è bello vincere senza la pole position di Settembre?
Qualcuno storcerà il naso, lo so. Ne ha ben donde: il livello del campionato si è abbassato, la Siena di inizio ciclo questa Serie A se la mangerebbe. Ma pure la compianta e mai troppo rimpianta Benetton Treviso di un tempo, o la Fortitudo di Myers e Fucka, come anche la Milano del 1996. Per non parlare della Virtus di Danilovic e compagnia. Ma in fin dei conti cosa importa, di fronte allo spettacolo del talento di Jonathan Gibson (Brindisi), o alla fisicità di Gani Lawal?
Noi di MondoPallone, nel dubbio, lo raccontiamo: lo sport è bello tutto, lo sport è bello perché e finché si scalda il cuore. E buon basket, buon calcio, buona Domenica.