Bentrovati con la tredicesima puntata della nostra rubrica sulle migliori “canteras” di Spagna. Oggi ci allontaniamo completamente dalle zone della puntata precedente per arrivare a nord-ovest della penisola iberica. Arriviamo nella splendida regione della Galizia per parlare di uno dei più antichi club spagnoli: il Real Club Deportivo de La Coruña.
La storia del club inizia nel 1906 grazie ad alcuni studenti, dopo una permanenza in Inghilterra, i quali introdussero il gioco del calcio nella città di La Coruña. Nacque così il Club Deportivo de la Sala Calvet (uno dei ginnasi della città) fino a ricevere dal Re Alfonso XIII l’appellativo “Real“, costituendo il nome attuale. Nella prima metà del novecento il Depor cominciò a farsi notare e mi se in mostra un calcio competitivo. Nella decade degli anni cinquanta si impose come squadra di vertice, contando con dei nomi molto importanti, come gli indimenticabili Helenio Herrera alla guida tecnica e Luis Suárez come gioiello canterano.
Dopo anni di splendore ecco arrivare dietro l’angolo il periodo buio. Una forte crisi finanziaria costrinse il Depor a retrocedere nei fondali della terza divisione e cominciare un lungo “periodo ascensore” fatto di sali e scendi di categoria. Lontano dal grande calcio per molto tempo, il Deportivo ebbe una rinascita negli anni novanta grazie alla gestione del presidente Augusto César Lendoiro. Dal 1992 al 1995 la Spagna -e non solo- ammirò le doti di un “Super Depor” allenato da Arsenio Iglesias, in campo nomi come Bebeto, Dukić, Claudio, Aldana, Fran, Mauro Silva raggiunsero risultati di rilevo come la vittoria della Coppa del Re nel 1995, oltre adue secondi posti consecutivi nelle precedenti stagioni di campionato e la Supercoppa di Spagna vinta contro il Real Madrid.
Il “Super Depor” vinse la sua prima e unica Liga nella stagione 1999/00 e si trasformò ben presto in “Euro Depor“. Diventava una “bella di notte” strabiliando l’Europa intera grazie alle doti dei suoi campioni, Makaay, Fran, Song’o, Djalminha, Pauleta, Mauro Silva. Squadroni come Asenal e Manchester United tremavano difronte al “furie bianco-blu” che si esprimevano in campo quasi sul velluto. Anche la Juventus fu messa al tappeto dal Depor in Champions, la stessa stagione (2003/04) in cui ci fu la clamorosa eliminazione del Milan, sicuro di un 4-1 a San Siro ed eliminato allo stadio Riazor con un sorprendente 4-0 per il Deportivo con protagonisti Luque, Pandiani e Tristan.
Di questo Super Depor ultimamente si sono perse un po’ le tracce. Dopo le annate storiche il club è di nuovo alle prese con il sali e scendi di categoria ma questa volta con un’arma in più. Il Deportivo si è sempre saputo rinnovare, trovando la forza di uscire dai periodi difficili. In questa stagione altalenante la squadra gallega sta lottando per non retrocedere nuovamente in Liga Adelante e gli ultimi successi hanno riacceso l’entusiasmo sugli spalti. Sono moltissimi i canterani che alimentano le speranze dei tifosi di rivedere al massimo splendore la società più gloriosa della Galizia.
Sotto la guida di Fernando Vázquez il Depor sta risalendo la classifica dai bassi fondi dove è invischiata anche la rivale storica Celta Vigo. I canterani che stanno mettendo in mostra il proprio valore sono per esempio Álex Bergantiños (1985) centrocampista proveniente dalla squadra B; Juan Domínguez (1990) anche lui centrocampista con doti offensive e qualche gol segnato nella Segunda División; Laureano Sanabria Ruiz (1985) laterale destro passato prima per le giovanili del Real e poi alla seconda squadra del Depor; Pablo Ínsua (1993) gioiello della difesa bianco-blu, centrale nel giro della nazionale U-19, considerata la perla del vivaio; Juan Carlos Real (1991) trequartista interessante ora in prestito al Huesca.
Molte le speranze, tanto il coraggio, la grinta, il sentimento e la voglia di ritornare grandi con le proprie risorse. Al grido di “¡Si, se puede!” il “vecchio cuore del Depor” continua a battere forte, lontano dai mille sotterfugi milionari che scuotono sempre più spesso il calcio moderno.