Pokerowski

Auf Wiedersehen, José Mourinho. Non c’è altro aggettivo per descrivere la macchina perfetta assemblata da Jürgen Klopp, se non impressionante: i ragazzi del giovane tecnico tedesco hanno annichilito una delle formazioni più forti d’Europa – seppur in una serata decisamente no – mettendo a tacere tutti i critici che dubitavano delle reali qualità del Borussia Dortmund a certi livelli. La serata perfetta dei giovani calciatori gialloneri sembrava essersi interrotta in occasione del temporaneo pareggio di Cristiano Ronaldo: proprio Hummels, uno degli atleti più rappresentativi di questa corazzata, aveva tradito con un errore di una banalità sconcertante.

Poi la musica è cambiata all’Iduna Park di Dortmund, e ogni singolo calciofilo – tifosi madrileni esclusi – non può che esserne contento. Stasera ha vinto il calcio, ha vinto la squadra organizzata contro quella forte sulla carta e con il monte ingaggi ultra-milionario. Il 4-1 è un risultato pesantissimo, ma al di là di tutto a impressionare maggiormente è stata la qualità del gioco offerto dai tedeschi, che hanno fatto sembrare il Real Madrid di Mourinho una provinciale alla ricerca del pari in terra straniera. Lo Special One ha tolto alla Germania – e in particolare al Bayern Monaco – la gioia di alzare una Champions League nel 2010, quando sedeva sulla panchina dell’Inter, ma questa sera ha ricevuto (con gli interessi) la vendetta dal Borussia Dortmund. L’asse tra le due squadre tedesche è molto caldo in questi giorni, visto che sono stati quasi ufficializzati i passaggi in Baviera di Götze e Lewandowski. Proprio lui, l’eroe di serata, in grado di segnare ben quattro gol in Champions League alla squadra che in bacheca ne detiene ben nove, e che quest’anno sperava di riuscire a “suonare” la decima. Un’impresa riuscita a tale Marco Van Basten, un attaccante che dalle nostre parti dovremmo conoscere “abbastanza” bene.

Evidentemente a Madrid avevano fatto i conti senza l’oste: e il padrone di casa a Dortmund si chiama Robert Lewandowski, attaccante polacco classe ’88, che quest’anno è riuscito a consacrarsi definitivamente anche a livello europeo. In Germania è una star già da tre stagioni, viste le 53 reti segnate in poco più di 90 presenze: quest’anno però ha deciso di scalare le marce alte, e compresa la performance mirabolante di stasera è a 10 reti in 11 partite nella massima competizione europea. Un mostro.
Così come Reus, un giocatore pazzesco che combina qualità atletiche impressionanti a giocate di tecnica sopraffina: la facilità con cui salta l’uomo e crea superiorità numerica, per sé o per i suoi compagni, sarebbe utile a qualunque squadra al mondo, e non è da escludersi che possa fare le valige in estate. Quelle stesse valige che Mario Götze invece ha già pronte e sistemate all’Allianz Arena: a Monaco è già tempo di sogni, considerato che il mercato deve ancora iniziare ma la voce “acquisti” è già piena zeppa di stelle.

A sconvolgere – in senso positivo – però non è tanto la qualità del singolo, ma la solidità della squadra costruita da Klopp: tutti occupano la posizione corretta all’interno di un sistema di gioco collaudato, tutti si sacrificano in copertura per cercare di ripartire velocemente, tutti partecipano alla causa, dal primo all’ultimo. Nessun egoismo, nessun protagonismo, nulla di nulla se non passaggi veloci, qualità nelle scelte e soprattutto tanta corsa. Proprio la corsa a volte è un fattore determinate – ma in negativo – per la squadra di Dortmund, come nel caso dell’errore di Hummels, anche se oltre alla stanchezza dovuta al pressing a tutto campo c’è sicuramente una componente psicologica di cui tenere conto.
Il ritmo con cui i centrocampisti hanno letteralmente surclassato calciatori del calibro di Khedira, Xabi Alonso e Modrić, poi, ha fatto capire due cose: il Real Madrid ha giocato una partita orribile, senza quella voglia di spaccare il mondo che ogni squadra dovrebbe avere in una semifinale di Champions League. La seconda è che non basta più essere un fuoriclasse tecnicamente, ma a quanto pare adesso oltre a piedi buoni e fantasia, serve abbinare il tutto con una buona velocità di base e un dinamismo fuori dal comune.

La strada è tracciata, il calcio del futuro in realtà è molto più presente di quanto possiamo immaginare, tutto questo grazie a Klopp e al suo Borussia Dortmund. È un peccato che questa squadra stia per essere “distrutta” a causa delle imminenti cessioni che coinvolgono molti giocatori chiave: un motivo più per non perdersi nemmeno un minuto di gioco di questi ragazzini terribili. Salvo sorprese incredibili nella gara di ritorno a Madrid, adesso la domanda che attanaglia appassionati e addetti ai lavori è una sola: che la prossima vittima del Borussia sia proprio il Bayern Monaco?

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Alessandro Lelli