Finalmente il draft NFL!
Cos’è esattamente il draft? Detto in parole povere, è una riunione delle trentadue franchigie NFL in cui le stesse scelgono i giocatori provenienti dal college (ma anche no) e che a tale draft si sono iscritti. Un calderone di svariate centinaia di giovani da cui le squadre pescano i talenti che dovranno supportare le speranze di SuperBowl dell’organizzazione.
I 32 general manager (i direttori sportivi italianizzando il termine) si troveranno giovedì sera nella splendida Radio City Music Hall di Manhattan e si divideranno 254 giocatori, in sette giri di scelte. La prima scelta assoluta (il famigerato first overall pick) sarà dei Kansas City Chiefs, e l’ultimo (il cosiddetto Mister Irrelevant) degli Indianapolis Colts.
Alla 1 assoluta i Kansas City Chiefs sceglieranno Luke Joeckel, offensive tackle da Texas A&M; con la 2 i Jacksonville Jaguars prenderanno Dion Jordan, rush linebacker da Oregon. Più indecisione alla 3, con Shariff Floyd e Star Lotulelei, due defensive tackle che attrarranno gli Oakland Raiders. Chi non verrà scelto finirà tra le braccia dei Philadelphia Eagles alla 4, che dovranno decidere se scegliere uno dei due DT oppure Geno Smith, primo quarterback al draft da West Virginia o ancora Eric Fisher, fantastico offensive tackle da Central Michigan. Alla 5 aspettano avidi i Detroit Lions, che di solito scelgono sempre il miglior giocatore possibile, infischiandosene dei loro bisogni effettivi. Se Fisher sarà disponibile andranno con lui, altrimenti potrebbero optare per un rush linebacker come Ezekiel Ansah da Brigham Young University.
In un gruppo di prospetti (draft class) senza dubbio debole, l’attenzione dei media è rivolta ai vari scambi che si potrebbero vedere da giovedì sera. Come ogni giocatore, anche le scelte al draft (draft pick) sono scambiabili ancora prima di essere usate. Le due franchigie indiziate di effettuare un “trade-up” e salire nell’ordine di scelta sono i Miami Dolphins (che devono scegliere un cornerback) ed i San Diego Chargers (disperati anche loro per un DT). Ovviamente le squadre che vogliono “salire”, devono dar via minimo due scelte più basse alla squadra in possesso della scelta che interessa. I Dolphins sono avvantaggiati avendo due scelte al secondo giro, di cui una loro ed una strappata ad un’altra squadra con uno scambio durante la scorsa stagione.
I personaggi del draft sono sicuramente i giocatori scelti. Un folto gruppo di essi è presente alla stessa cerimonia, e quando il commisioner Roger Goodel chiama il loro nomi, essi si alzano dalla sedia e lo raggiungono sul palco mostrando la maglietta della squadra da cui sono stati scelti. La mamma esulta (molti sono nati in una roulotte, quindi l’NFL rappresenta la salvezza economica delle loro famiglie), abbraccia e bacia il figlio che andrà a guadagnare milioni di dollari.
Questo ultimo aspetto è stato calmierato dall’ultimo accordo con l’associazione giocatori del 2011, in cui gli stipendi dati ai rookie non posso più essere “pompati” dalle società. Sono finiti i tempi dei rookie pagati come veterani, anche se di solito i ragazzi scelti al primo giro hanno ovviamente diritto a contratti comunque molto onerosi.
Il draft si svolge su tre giorni. Il giovedì sera il primo giro, il venerdì il secondo e terzo giro, il sabato in modo molto più veloce si svolgeranno il resto dei round. Non mancheranno tifosi, colpi di scena, contestazioni e nemmeno i grandi personaggi, che soprattutto al sabato tornano utili come corredo del draft. Un esempio semplice è la consuetudine di far chiamare alcune scelte a grandi del passato o a tifosi che vincono concorsi online. Il tutto comunque si svolge sempre nella massima serietà e non è raro assistere ad incredibili scambi anche al sesto o settimo giro.
I giocatori scelti devono poi firmare un contratto con la squadra che li prende. Questo non avviene immediatamente, ma dopo un periodo di allenamento pagato. In pratica, se il draftato fa ancora parte della squadra ad inizio stagione regolare incassa e firma il contratto vero e proprio. Questo è vero soprattutto per le scelte meno prestigiose, che a volte vedono il loro posto in squadra rubato dai cosidetti undrafted free agent, cioè prodotti universitari non draftati ma firmati da svincolati una volta finito il draft.
Se dovessimo convincervi a stare alzati di notte a guardare il draft 2013 da New York, vi diremmo che c’è molta attesa per la destinazione di Manti Te’o, fenomenale linebacker da Notre Dame che ricorderete invischiato nello scandalo della fidanzata virtuale morta e poi risorta dalle ceneri di uno scherzo infantile di un amico del giocatore. Oppure vi spiegheremmo quanto la situazione quarterback sia intricata: E.J. Manuel, lo stesso Geno Smith, Mike Glennon ed altri non sono talenti da primo giro, ma sono tantissime le squadre in cerca di un regista che possa renderle quantomeno competitive (parliamo di Jacksonville, Philadelphia, Buffalo, Arizona, Cleveland). Oppure vi faremmo pensare ai wide receiver, ruolo in cui non spicca un solo prospetto e c’è molta curiosità per vedere quale sarà il primo ad essere chiamato.
Anche in un anno dove non ci sono gli Andrew Luck ed altri predestinati, il draft come evento si presenta davvero molto divertente. Sarà molto più confusionario di altre volte, ma noi ci auguriamo che riesca ad assolvere al meglio al suo scopo originale, che è quello di rendere le squadre più deboli più competitive ed equilibrare le forze in campo.