Intervistato da Radio Anch’io lo Sport, il presidente federale Giancarlo Abete ha parlato a tutto campo del calcio italiano, dal Ranking Uefa al problema stadio, dagli extracomunitari alla riforma dei campionati: “C’è un problema oggettivo per il quale siamo al quarto posto nel Ranking. Ci sono società che fatturano il doppio di noi ed è normale che questo porti a differenze sul tasso tecnico delle differenti squadre. Siamo in crisi, come è in crisi tutto il sistema Italia e ci sono aziende e imprese con problemi ben più gravi di quelli che vive il mondo del calcio. Finora abbiam oretto sui diritti televisivi, ma non possono bastare. Bisogna investire sugli stadi di proprietà per fare il salto di qualità. Questa è la priorità adesso perché tutti noi ci rendiamo conto del ritardo che abbiamo rispetto agli altri Paesi d’Europa. La differenza la fa non solo la cultura sportiva, ma anche l’impianto sportivo incui si gioca: se la prima si può migliorare, la seconda invece va fatta ripartire da capo”.
Continua poi Abete parlando delle prossime riforme: “Dal 2014 avremo solo 102 squadre professionistiche in Italia ed erano 25 anni che non avveniva una cosa simile, ma questo da solo non basta. Non è pensabile che si risolva tutto tornando alle 18 squadre in A. Non è questa la soluzione visto che in Inghilterra e Spagna hanno tornei a 20 squadre come da noi attualmente e non risentono così tanto del calendario fitto di impegni. – conclude Abete – Non credo che l’apertura a un terzo extracomunitario possa cambiare effettivamente la competitività dei nostri club, basti pensare che degli stranieri arrivati nel 2012-13 in pochi hanno fatto la differenza nei nostri club”.