Juve-Bayern o Juve-Budget?

Dopo l’eliminazione della Juventus dai quarti di finale di Champions League, sono rimaste, quasi come un piccolo manifesto, le parole di Marotta nell’immediato post-partita: “Il potere d’acquisto e il budget del Bayern Monaco sono doppi rispetto a quello delle squadre italiane. I bavaresi hanno avuto la forza di pagare 40 milioni Javi Martinez, una cosa impossibile per società della Serie A.”

Un concetto chiaro. Vero, ma solo (molto) in parte.

QUALE BUDGET? – Ridurre tutto a una parola, il famigerato budget per gli acquisti, suona un po’ come una “giustificazione” di facciata: forse detta per tenere buoni un po’ tutti o forse perché le interviste del dopo-gara sono piuttosto brevi, e non c’è tempo di spiegare dilugandosi. O forse per dare un titolo immediato, dietro il quale anche lo stesso Marotta conosce le diverse pieghe e motivazioni del discorso. In ogni caso, dovessimo riferirci davvero soltanto ai soldi che Juventus e Bayern hanno potuto, e possono spendere, per comprare calciatori, la realtà sarebbe molto lontana dalle parole dell’a.d. bianconero.

Una breve indagine che abbiamo fatto (e che tutti possono fare, a loro volta) sul noto sito Transfermarkt, ci dice che la Juventus (dal 2009 ad oggi) ha speso soltanto una manciata di milioni di euro in meno rispetto alla corazzata bavarese (vedere l’immagine con la tabella riassuntiva a fondo articolo). Il famoso “budget”, dunque, è stato praticamente lo stesso: quasi un’aggravante, considerando che i tedeschi hanno una mole di ricavi nettamente superiore ai bianconeri. Quello che, però, Marotta ha anche evidenziato è stato il concetto di potere d’acquisto. Questa è stata, ed è, la vera differenza tra Juventus e Bayern Monaco, oggi.

I TEMPI DEL PROGETTO – La Juventus post-Serie B ha dovuto attraversare anni di passi avanti e passi indietro, nel tentativo di far ripartire un progetto di crescita concretizzatosi solo ora con la gestione Conte. Di fatto, ci sono quasi 4 anni di continue “ripartenze” nella gestione tecnico-tattica della squadra, che hanno fatto solo perdere tempo. E l’appeal che il Club ha avuto nell’attrarre ottimi calciatori è diminuito tremendamente. A questo vanno aggiunti investimenti comunque sbagliati e fallimentari, e un generale crollo di qualità della Serie A italiana.

Nello stesso periodo, il Bayern Monaco vinceva 2 campionati (2008 e 2010), 2 coppe di Germania, 1 supercoppa, a cui vanno aggiunti un secondo posto in campionato (2009), due finali di Champions League e, ovviamente, il titolo tedesco 2013 vinto proprio la settimana scorsa. A fronte, quindi, di un budget economico molto simile, i tedeschi hanno però potuto operare da grande squadra, lavorando su un progetto tecnico-tattico già solido, puntellando qui e là con acquisti mirati (nell’estate 2010, as esempio, il Bayern acquistò soltanto 2 calciatori, qualcosa di impensabile per una squadra in “ripresa” come la Juventus).

È chiaro, quindi, che il discorso è più ampio del semplice “conto dei soldi”. Juve-Bayern ha dimostrato che la Champions League, da un punto in poi, non fa sconti. Il Celtic è arrivato agli ottavi di finale, compiendo un’impresa sportiva non da poco, e negli ultimi 4 anni ha speso un totale di soli 33 milioni di euro per gli acquisti. E, infatti, oltre gli ottavi di finale non è andato. Marotta, nel post-partita di mercoledì, forse non poteva far altro che dire quel breve concetto. D’altronde, se la prima domanda che gli viene fatta è qualcosa del tipo “Marotta, che cosa è andato storto?”, è chiaro che la risposta può contenere solo una breve “giustificazione”.

MENTALITÀ EUROPEA – La Serie A italiana sta diventando un piccolo orticello nel quale vincere non dà più garanzie di farlo altrove. Si ragiona ancora troppo alla maniera degli anni ’90, quando i grandi Club italiani erano tali anche a livello europeo. La Juventus attuale è una bella squadra, organizzata perfettamente, motivata ancor meglio e, obiettivamente, dominante all’interno dei confini nazionali. In Europa, quest’anno, ha però fatto un’impresa con una rosa di giocatori che per metà, circa, non è (forse) adatta a certi livelli. Sbagliano quelli che pensavano a grandi rimonte o, addirittura, alla finale di Wembley. Ora cercano di capire perché la Juventus sia stata eliminata (quasi fosse un’assurdità). Dovrebbero pensare, invece, ad applaudirla per la grande cavalcata e sottolineare che il progetto prosegue sulla strada giusta.

La doppia sfida con il Bayern deve restituire ai bianconeri la “mentalità europea” da tradurre in operazioni di mercato e gestione tecnica. Sarà doveroso fare un salto di qualità nell’acquisto dei giocatori. Puntare a pochi ma molto forti diventa imperativo, piuttosto che comprare molti onesti mestieranti (e pagarli in ogni caso uno sproposito). Con un budget già ora simile ai tedeschi, ritornerà anche il potere d’acquisto e l’appeal internazionale. E, di conseguenza, la Juventus, in Europa, tornerà ad essere competitiva.

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