MundoCanteras – L’orgoglio operaio del Rayo Vallecano S.A.D.
Siamo arrivati all’undicesimo appuntamento della nostra rubrica sui talenti delle “canteras” spagnole. Restiamo ancora nei paraggi della puntata precedente per parlare di un altro club della capitale, nella parte sud-est di Madrid. Nel quartiere di Vallecas nasce il Rayo Vallecano de Madrid S.A.D.
La storia del club parte nel 1924 con il nome di Agrupaciòn Deportiva El Rayo ma in seguito a una riunione dei soci si decise di cambiare il nome in Agrupación Deportiva Rayo Vallecano, e utilizzare lo stemma del quartiere Vallecas con il famoso “rayo” (fulmine in spagnolo) al centro. La “Agrupación deportiva Rayo Vallecano de Madrid S.A.D” è una vera e propria entità sportiva a tutto tondo. Molte le attività che vengono svolte nelle strutture di Vallecas; dall’atletica passando per il Basket, dal Baseball al Hockey su pattini, dal Ping-Pong al Rugby. Per non parlare della squadra di calcio femminile del Rayo, campione di Spagna per 3 anni di seguito e arrivata nel 2011 agli ottavi di Coppa Campioni femminile eliminata solo dalle terribili londinesi dell’Arsenal.
Per molti decenni la società ha solcato i campi della terza e seconda divisione spagnola non entusiasmando certo in nomi eccelsi e costosissimi. Con le proprie risorse hanno costruito delle strutture efficientissime e un progetto che con il passare degli anni sta dando i suoi frutti. La storia recente infatti ci regala un Rayo Vallecano propositivo, capace di mettere in difficoltà i colossi della Liga spagnola e non solo. La stagione 1999/00 è da incorniciare per i bianco-rossi; con Juande Ramos come tecnico, dopo essere saliti in prima divisione in maniera fortunata, visto che in quell’occasione erano state stabilite quattro promozioni, si piazzarono al nono posto nella classifica. Grazie al premio speciale del Fair-Play, il club fu invitato a disputare la Coppa Uefa essendo la squadra che ha ricevuto meno cartellini in Europa.
Il record di presenze con la maglia del Rayo lo detiene Jesús Diego Cota che disputò 411 gare dal 1987 al 2002. Il record di gol segnati appartiene a Míchel, attaccante nato a Madrid che collezionò 57 reti in più di dieci anni
Traguardi importanti che spesso hanno giocato con la fantasia dei calorosi tifosi. Gente che ha subito preso le posizioni dall’egemonia dei “cugini” del Real Madrid. Colossi come questi sono odiati e spesso imitati al contrario. La “tifoseria operaia“, come spesso si definisce, rifiuta a priori lo strapotere capitalistico delle “merengues” e suoi simili con orgoglio.
I ragazzi del vivaio di Vallecas crescono certo con la voglia di emergere ma si nutrono di altri valori, molto più sani. Il Rayo Vallecano B nelle sue strutture del “Ensanche de Vallecas” cura e allena migliaia di giovani promesse. Jorge Sáez Carrillo (1990) è una di queste, mediano o centrocampista già convocato per la nazionale under-19; Pape Maly Diamanka (1990) giovane centrocampista di cui si dice un gran bene, giocò in un incontro di qualificazione per la coppa d’Africa nel 2011 con il suo Senegal.
Altri giovani talenti che giocano in prima squadra sono per esempio Lassane Bangoura (1992) il giovane della Guinea francese che gioca come esterno destro, dotato di una velocità disarmante; il brasiliano Leo Baptistão (1992) attaccante molto tecnico che possiede il doppio passaporto italo-spagnolo; Alberto Perea (1990) esterno destro nato ad Albacete e cresciuto tra Atlético Madrid B e Rayo Vallecano B; il “portierino” Ismael Gil (1989); il piccolo ma promettente centrocampista di qualità Isaac Gómez (1994).
Sotto la guida di Paco Jémez e dei preparatori delle giovanili crescono il campioni del Rayo Vallecano. Una realtà, quella di Vallecas, che potrebbe insegnare molto a tanti club della penisola iberica e non solo. In questa stagione si trova a 44 punti e con la salvezza in tasca. Risultato dopo risultato si compie l’impresa di Essere una squadra di tutto rispetto senza Avere chissà quale fenomeno a disposizione.